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    A Sami Modiano la cittadinanza onoraria del comune di Arona: “Racconto quello che è stato. Lo faccio per voi giovani”

    In un dialogo con una platea commossa di studenti, Sami Modiano, sopravvissuto alla Shoah, ha risposto alle domande dei ragazzi e condiviso alcune riflessioni, spiegando come siano proprio i giovani il motore della sua testimonianza. Alla Camera dei Deputati, in occasione del conferimento a Modiano della cittadinanza onoraria di Arona, erano presenti alcune scolaresche che hanno ascoltato la testimonianza e i dolorosi ricordi del sopravvissuto ad Auschwitz Birkenau.

     

    La Consulta Provinciale degli Studenti di Novara ha infatti richiesto nel 2021 al Comune di Arona il conferimento della Cittadinanza Onoraria a Sami Modiano, conosciuto dagli studenti durante il Viaggio della Memoria organizzato dal Ministero dell’Istruzione.

     

    L’emergenza sanitaria Covid 19 ha ritardato la cerimonia, che finalmente si è svolta oggi alla presenza del Sindaco di Arona Federico Monti, il Vicesindaco e deputato Alberto Gusmeroli, la Presidente della Comunità Ebraica di Roma Ruth Dureghello, la Professoressa Elvira Di Cave e la Referente Consulta Provinciale degli Studenti di Novara Gabriella Colla. 

     

    Ad un giovane che gli ha chiesto come ha fatto a sopravvivere ad Auschwitz – Birkenau, Sami Modiano ha risposto che anche lui stesso si è posto sempre questa domanda: “Una volta sono stato scelto assieme ad altri prigionieri per spingere un carro sino alla foresta e caricarlo di legna. Avveniva nel mese di ottobre, c’erano 40 o 50 centimetri di neve. Sono scivolato in una buca, dove c’era l’acqua ghiacciata. Avevo solo il mio pigiama a righe. Con l’istinto ho cercato di uscire fuori, ma avevo forze limitate e non riuscivo. Un prigioniero mi tese la mano per farmi uscire. Il tedesco si arrabbiò e ci bastonò perché eravamo in ritardo: fece il gesto per prendere la pistola, ma non lo fece. Forse perché gli sarebbero mancati i prigionieri per spingere? Non lo so. Questo è uno dei “perché” e potrei raccontartene altri”.

     

    “Ci dicevano ‘se uscirete da qui non vi crederanno’. Nel 2005 voi (i giovani) mi avete dato la spinta per raccontare, perché avete pianto con me nei viaggi ad Auschwitz. – ha continuato Modiano – ricevo migliaia di lettere dai ragazzi. Ho mia moglie Selma accanto da 65 anni. Ho questa fortuna. Non abbiamo figli, ma è come se avessimo adottati molti nipoti. Questi siete voi”.

     

    “Il senso di questo riconoscimento è di raccogliere il testimone e il sentimento di tramandare alle future generazioni quello che Sami ha visto, quello che lui ha sofferto, tutto ciò che nessuno potrà restituirgli – ha detto la presidente Ruth Dureghello – Quello che noi possiamo fare è trarre insegnamento dalle sue parole ed essere portatori di valori e principi costituzionali nei quali ci riconosciamo”.

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