“Queste candele ci danno coraggio ad ogni svolta, non temere Israele, il tempo deve ancora venire”. Con queste parole la dodicenne Hannah Szenes concludeva la sua poesia su Hanukkah, scritta il 10 dicembre del 1933.
Giovane poetessa, nata a Budapest nel 1921, fin dall’adolescenza coltiva il suo talento letterario, scrivendo diari e poesie. La sua ambizione era seguire le orme del padre, Bela Szenes, acclamato scrittore e drammaturgo, scomparso prematuramente all’età di 33 anni.
Nel 1939 Hannah emigra con la famiglia nella Palestina mandataria. Dopo aver completato la scuola agraria di Nahalal, entra nel kibbutz di Sdot Yam, dove compone poesie e un’opera teatrale. Nel 1943 si arruola volontariamente nell’Haganah e viene scelta per far parte dell’unità dei paracadutisti in missione nell’Europa occupata. Terminato il durissimo addestramento in Egitto, nel marzo del 1944 viene paracadutata con altri commilitoni nell’ex Jugoslavia, con lo scopo di raggiungere Budapest e collaborare con la resistenza ungherese per impedire la deportazione degli ebrei magiari. Il 9 giugno dello stesso anno viene arrestata dalla polizia ungherese con l’accusa di spionaggio e di alto tradimento e condannata a morte. Viene fucilata il 7 novembre del 1944 a Budapest, mentre i carri dell’Armata Rossa si apprestavano a fare ingresso in città. Aveva solo 23 anni. Dopo l’esecuzione nel suo vestito vengono ritrovati la sua ultima poesia e una lettera personale a sua madre.
Oggi, questi due scritti insieme a fotografie e oggetti personali sono conservati nell’archivio dedicato ad Hannah Szenes nella Biblioteca Nazionale d’Israele, a Gerusalemme, raccolti in occasione del centenario della sua nascita. Tra i documenti, un quaderno con alcune poesie composte quando aveva appena sette anni, trascritte dalla nonna materna. Da questi componimenti trapela tutto il dolore che la bambina aveva provato per la scomparsa del padre, ma anche la gioia per il cambio delle stagioni e la trasformazione del paesaggio nella natia Ungheria.
Nel 1933, a dodici anni, scrisse una poesia dedicata alla festa di Hanukkah. Il testo è stato successivamente tradotto in ebraico dal poeta israelo-ungherese Avigdor Hameiri, in occasione della pubblicazione del suo libro “Hannah Szenes: Her Life, Mission and Death”.
Nonostante la giovane età, il componimento in versi dal titolo “Hanukkah” riflette quello spirito di orgoglio nazionale e quella determinazione che avrebbe caratterizzato Hannah Szenes da adulta, come anche il suo sentimento per la festa ebraica nella sua giovane anima.
Hanukkah
A Hanukkah, le candele sono accese, il cuore degli ebrei vibra;
Nei nostri cuori sorgono immagini di nazioni da tempo passate, antiche e grandi;
Dei giorni della sofferenza in Egitto, il regno di Grecia e la nostra forza non fu spezzata da alcun dominio straniero;
Abbiamo portato la nostra Torah da un luogo a un altro, da cui abbiamo attinto la nostra fede e virtù;
Abbiamo vagato nel deserto, affamati e indigenti, ma Dio è con noi – non saremo soli;
E noi discendiamo dagli stessi padri, non ci arrenderemo. Ma resteremo e combatteremo;
Queste candele ci danno coraggio ad ogni svolta, non temere Israele, il tempo deve ancora venire.