Fino al 20 novembre è aperta al pubblico la seconda edizione di Arte in Nuvola, al Centro Congressi La Nuvola di Roma. Alla fiera internazionale di arte moderna e contemporanea partecipano 130 gallerie italiane e internazionali. Tra queste anche IDRIS, curata da Livia e Barak Rubin, che con eleganza presentano al panorama del collezionismo italiano artisti premiati come l’artista e professore Dor Guez, che dirige il Master of Fine Arts del Bezalel – la più prestigiosa accademia di arte e design di Gerusalemme.
All’interno della Nuvola di Fuksas è possibile ammirare l’installazione video scultorea “100 years- A Journet beyond the End of Time” di Atar Geva e Nivi Alroy. L’installazione è stata creata appositamente per La Nuvola e trae ispirazione da “The Sixth Extinction” libro premio Pulitzer della scrittrice e giornalista Elizabeth Kolbert che approfondisce il tema del cambiamento dell’ambiente dovuto all’intervento dell’uomo.
Alla seconda tappa di quello che gli artisti immaginano come un viaggio dell’installazione, si riconoscono relitti di imbarcazioni, disegni, coltivazione di spirulina all’ombra del tetto della Nuvola.
«L’installazione è un viaggio nello spazio e nel tempo. Un viaggio molto attuale. In questa seconda tappa gli artisti hanno provato ad immaginare il mondo dopo l’estinzione dell’uomo. È una idea distopica ciò che verrà. L’idea è universale perché siamo tutti sulla stessa barca. La prima tappa era in Israele dove c’è un grande legame tra educazione, natura e arte» racconta Maya Katzir, Addetta Culturale dell’Ambasciata di Israele.
Nivi Alroy (MFA alla School of Visual Arts di New York) e Atar Geva (MFA al Bezalel) hanno ideato questo progetto negli ultimi tre anni. I due artisti hanno doti complementari e indagano temi di grande attualità, di natura prevalentemente ecologica.
Geva spiega che «stiamo offrendo una prospettiva sul mondo e l’ambiente, come guardare la nostra era, quella dell’uomo. Abbiamo usato vecchi legni, piante, materiali raccolti sulle spiagge israeliane e coltivato la spirulina. Aggiustiamo la nostra tecnica al luogo in cui verrà presentata l’installazione.»
«È un viaggio che continuerà in giro per il mondo e ad ogni stazione del viaggio delle barche penseremo ad una fase diversa dell’evoluzione di un mondo nuovo. Ci domandiamo cosa accade dopo l’estinzione della vita. Ci domandiamo cosa potrebbe accadere con una nuova genesi, e quando comincia la vita dopo la fine del tempo. Questa barca sta navigando attraverso la fine dei tempi, ed oltre la fine dei tempi verso una nuova genesi. Per questo c’è la spirulina, le alghe che stanno ribollendo sotto l’imbarcazione, richiamano la rinascita» aggiunge Nivi Alroy.
Tra i relitti di imponenti imbarcazioni predominano delle coltivazioni di spirulina. «La spirulina si moltiplica e siamo interessati a come tale moltiplicazione incontri noi – racconta Geva- e siamo interessati ad indagare che cosa accadrà nel futuro quando non ci saremo più noi uomini a scrivere la storia. Non ci sarà più nessuno, ma tutto il resto continuerà ad accadere. Magari non ci saremo più noi ma i resti della nostra cultura incontreranno la forza della natura. Le barche sono le protagoniste e provano a trasportare qualcosa ma hanno un’ancora di immondizia che la trascina nel profondo. » Il progetto proseguirà negli anni con un viaggio in cui, secondo le intenzioni di Alroy, « vogliamo immaginare un mondo in cui la natura, la vegetazione, animali ma anche oggetti, i resti della cultura diventino un tutt’uno, una nuova entità. Immaginiamo ibridi tra natura ed oggetti, memorie della nostra cultura. Sarà questo il prossimo capitolo. Le persone potranno seguire il viaggio per scoprire cosa è questa nuova vita.»
Alla inaugurazione erano presenti anche l’Ambasciatore d’Israele in Italia Alon Bar, la Presidente della Comunità Ebraica di Roma Ruth Dureghello, l’Assessore alla Cultura della CER Giordana Moscati e l’Addetto culturale dell’Ambasciata di Israele in Italia Maya Katzir.
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