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    Un viceministro con la divisa nazista “goliardica”

    Lui la definì una goliardata. Sarà, ma non è comune né normale vestirsi da nazista, anche perché il nazismo tutto fu tranne che una goliardata. È stato nominato numero due al ministero delle Infrastrutture, Galeazzo Bignami, noto alle cronache per una foto in cui appare vestito da nazista sorridente in camicia nera con al braccio la fascia delle SS. Era il 2005 in occasione del suo addio al celibato. Scatti che gli preclusero la partecipazione alla festa nazionale del Pd dello scorso anno a Bologna tra lo sconcerto di militanti Pd e Anpi.

     

    Enfant prodige della destra bolognese, la macchia sul curriculum non gli impedisce di diventare oggi il numero due di Matteo Salvini al ministero delle Infrastrutture. E tuttavia la foto ritorna, a ogni passo politico di Bignami, ogni volta scatenando indignazione. Nel frattempo, Bignami ha proseguito la sua carriera politica. Prima in An, poi in Forza Italia, e infine in Fratelli d’Italia. Avvocato, “colonna portante” della destra bolognese, è il primo firmatario della proposta per l’Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla “gestione dell’emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del Covid”.

     

    Non è l’unico scivolone di Bignami. C’è anche l’iniziativa fatta insieme al collega di Fratelli d’Italia Marco Lisei nel quartiere popolare della Bolognina nel 2019. Bignami si fece riprendere in un video su Facebook mentre indicava sui campanelli i nomi degli stranieri che risiedevano in una casa popolare. Una vicenda che gli costò anche una denuncia al Garante della Privacy.

     

    Bignami ieri, in serata, si scusa. “La mia ferma condanna per qualsiasi forma di totalitarismo, per qualsiasi espressione liberticida e antidemocratica, ancor più riferita al male assoluto quale fu il nazismo – dice Bignami – così come qualsiasi movimento ad esso accostabile, è totale e incondizionata. E trovo assurda la riproposizione ciclica – a distanza di quasi venti anni – di una foto scattata in un contesto privato e per la quale mi sono già scusato più volte per essermi prestato ad essere raffigurato in quel modo che non mi appartiene”.

     

    Nella lunga dichiarazione Bignami continua: “Provo profonda vergogna per quelle immagini e, comprendendone da tempo la gravità, non posso che rinnovare quelle scuse. Da quando mi trovo in Fratelli d’Italia, vengono rinfocolate quelle polemiche che generano il dubbio che esse siano sollevate non per biasimare una condotta individuale, ma per colpire il partito a cui oggi aderisco”.

     

    Ma non è soltanto Bignami a destare allarme. Al governo torna anche Claudio Durigon.  Dopo poco più di un anno dalle dimissioni da sottosegretario all’Economia del Governo Draghi, Durigon è ora sottosegretario del ministero del Lavoro. Nell’agosto del 2021, fu costretto a dimettersi da sottosegretario dopo venti giorni di polemiche seguite alla sua proposta di togliere a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino la dedica del Parco di Latina attribuendola ad Arnaldo Mussolini, fratello del Duce. Dopo un intervento dell’Anpi sull’allora premier Mario Draghi, Durighon si dimise chiedendo scusa ai parenti delle vittime della mafia e dichiarando di non aver mai voluto intitolare la piazza al fratello di Mussolini.

     

    Desta, però, perplessità che ogni tanto vengano fuori delle storie, delle goliardate o delle iniziative che potremmo definire bizzarre se non raccapriccianti.

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