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    Elezioni a capodanno, discussioni tutto l’anno

    Non è possibile, non è mai successo. Ma c’è sempre una prima volta e quest’anno invece dei famosi governi balneari della prima Repubblica, arriva la campagna elettorale spiaggiata nell’estate più calda di sempre con una temperatura addirittura superiore di +0,98 gradi rispetto alla media, precipitazioni dimezzate con un calo del 45%, informa la Coldiretti. Ma il movimento cinque stelle prima (a causa del termovalorizzatore di Roma che forse ci toglierà un po’ di monnezza tra i piedi), Forza Italia e Lega poi (i maligni parlano di ombre russe piuttosto che rosse), hanno deciso di staccare la spina al governo Draghi, l’uomo che tutta Europa ci invidia e che noi non siamo neppure riusciti a eleggere al Quirinale. Via quindi alla campagna elettorale più pazza del mondo dove tra comizi sui litorali con tanto di ghiaccioli e limonate, la fa da padrona il populismo che nel Belpaese non manca mai e l’eterna promessa di abbassamento delle tasse e del taglio del cuneo fiscale. 

    Liste elettorali sudate nel vero senso della parola, consegnate in un torrido 22 agosto con liti furiose a seguito del referendum sul taglio del numero dei parlamentari, votato dalla maggioranza dei partiti che adesso cercano la quadra nel rebus della legge elettorale mista tra proporzionale e maggioritario, il Rosatellum, dove nessun politico d’Oltralpe è mai giunto prima. Referendum votato nel 2020 con pandemia in corso tra Rosh Hashanà e Kippur, per essere superato quest’anno quando si vota il 25 settembre, proprio all’entrata del Capodanno ebraico. 

    “Sai, domenica 25 settembre forse dovrò lavorare”, sussurro a mio marito nella speranza che non mi senta. “Come dovrai lavorare?”, gli uomini sembra sempre che non ti ascoltino, poi quando gli interessa colgono immediatamente. “Sì, i seggi chiudono alle 23, già dalle 22 dovrei essere nella sede di un partito, dovrei fare i collegamenti, le dirette, ecc…” “È la prima sera di Rosh Hashanà ed è moed”. “Lo so, l’esercizio di voto è comunque garantito, si può andare al seggio prima che entri la festività”. “E trascorriamo la prima sera separati?”. “Non è colpa mia se c’è stata la crisi in estate”. “E poi tu a che ora torneresti?”. “Appena parlano i leader di partito, verso le due, circa”. “Non se ne parla neppure – dice lui perentorio – la considero una vera ingiustizia, come farà una persona religiosa a conoscere i risultati?”.

    Su questo, mi sono informata. Per chi è religioso e appassionato della Roma (vabbè ci sono pure juventini, interisti e purtroppo qualche laziale nella comunità ma la magica è una) la soluzione è la tecnologia. Radiosveglie programmate, televisioni col timer che si accendono improvvisamente e si spengono dopo i risultati delle partite. Basta programmare il calcio d’inizio alle 23 e via con le maratone tivù, Mentana in primis. 

    Non mancano i problemi organizzativi. “Tutto semplice se non voti in un altro comune, io devo andare da Livorno a Milano per votare e poi tornare a Livorno per preparare la festa con tutte le primizie”, mi rivela una mia amica. 

    Ma ci sono questioni più profonde. “Bisognerebbe essere concentrati sulla festa, non sul risultato elettorale”, mi spiega un mio amico. “Le elezioni politiche devieranno l’attenzione sulla solennità, su giorni importantissimi che portano a Kippur, al giorno dell’espiazione”. “È vero – rispondo io – ma hai voglia a espiare tutto l’anno con il nuovo governo che si avvicina, chiunque vinca. La campagna elettorale ha registrato scivoloni su scivoloni, contro Israele, con il revanscismo fascista, le visite a Predappio, chi più ne ha, più ne metta”. “Io non mi faccio rovinare la festa dalla politica”, insiste il mio amico. “La politica entrerà comunque a far parte della notte di Rosh Hashanà, io potrei non trascorrerla in famiglia e non si riuscirà a fare a meno di parlare del risultato elettorale. Che il padre eterno ci aiuti per il nuovo anno che si apre e l’unico vantaggio potrebbe essere non dover cucinare la frittata col cervello d’agnello. Che poi è sempre meglio non mangiare perché tra mucca pazza e salti di specie non si sa mai”.

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