Uno studio congiunto tra il Technion e l’Università di Chicago ha aperto la strada al ripristino del tessuto nervoso danneggiato e al ritmo cardiaco attraverso una fonte di luce esterna sul corpo. Lo studio, pubblicato su Nature Materials, è stato condotto dal Professore Associato Hemi Rotenberg della Facoltà di Ingegneria Biomedica del Technion e dal Professor Bozhi Tian dell’Università di Chicago.
I tessuti nervosi sono la piattaforma biologica che trasmette informazioni tra diverse aree del corpo. La maggior parte di essi si trova nel cervello e nel midollo spinale. Il sistema nervoso periferico deriva da quello centrale, controlla molte attività fisiche, inclusa l’attivazione muscolare e la trasmissione di informazioni sensoriali. I danni al sistema nervoso periferico quindi possono portare a limitazioni come paralisi, intorpidimento e dolore cronico. Questi nervi possono rigenerarsi, ma questa è lenta e con risultati limitati. Interventi medici possono migliorare la riabilitazione del tessuto nervoso.
Una delle soluzioni per il trattamento dei nervi danneggiati è la stimolazione elettrica, la cui efficacia è stata dimostrata in molti studi. Tuttavia questo metodo di solito comporta l’esecuzione di una procedura invasiva che può danneggiare i tessuti del corpo. La ricerca del Technion e dell’Università di Chicago potrebbe eliminare la necessità del trapianto di elettrodi utilizzando un dispositivo semiconduttore in una configurazione a membrana flessibile e ultrasottile che si interfaccia bene con i tessuti biologici.
L’idea è quella di avvolgere il tessuto nervoso danneggiato o, nel caso di stimolazione cardiaca, avvolgere il cuore stesso. Questo passaggio sarà effettuato nell’ambito di un intervento chirurgico.
“Nell’articolo dimostriamo l’efficacia della nuova sostanza in due diversi contesti: il ritmo cardiaco e l’attivazione del sistema nervoso periferico. – spiega Rotenberg – Nell’ambito delle cure cardiache, ad esempio, l’utilizzo di un tale dispositivo può consentire una stimolazione cardiaca temporanea per la riabilitazione post-operatoria ed evitare l’uso di un elettrodo temporaneo da inserire nel cuore. Poiché la membrana che abbiamo sviluppato è costituita da un materiale a base di silicio, che si assorbe nel corpo senza alcun effetto tossico, non è necessario un ulteriore intervento chirurgico per rimuoverlo dal corpo”. Il Prof. Rotenberg stima e spera che il nuovo materiale che ha sviluppato con i suoi colleghi accelererà lo sviluppo di dispositivi solari più avanzati ed efficienti.