Qual è il rapporto dei
ragazzi col web? Quanto ha inciso la pandemia nel modo di approcciarsi degli
adolescenti al mondo digitale? Queste sono alcune delle domande a cui hanno
cercato di dare risposta nel talk di Ebraica – Festival Internazionale di
Cultura: “Non facciamo storie. Ragazzi nel web” lo psicoterapeuta Stefano
Amati, il delegato alla Cultura e Politiche Giovanili della Regione Lazio
Lorenzo Sciarretta, l’imprenditore digitale Alex Zarfati e alcuni ragazzi della
scuola ebraica, moderati dal direttore di Shalom Ariela Piattelli.
“Che la pandemia
avrebbe influenzato il mondo dei giovani era apparso chiaro fin dall’inizio”
spiega Zarfati, che si è soffermato su come il primo lockdown ha cambiato
radicalmente il modo di relazionarsi col mondo esterno. “È mutato il rapporto
con lo studio e con i genitori” ha sostenuto, aggiungendo che i device
elettronici “sono diventati gli strumenti attraverso il quale i ragazzi si sono
interfacciati con l’esterno durante la quarantena” e ciò ha portato ovviamente
a delle conseguenze.
A soffermarsi proprio
su quali siano state le ripercussioni dell’isolamento forzato per più di tre
mesi è stato lo psicologo Stefano Amati che ha sottolineato come dal 2020 al
2022 ci sia stato un incremento preoccupante delle psicopatologie, tra cui
ansia e isolamento sociale.
“Dobbiamo aiutare i
ragazzi ad avere meno paura” ha affermato Amati, che ha spiegato il modo
attraverso il quale cerca di aiutare i suoi pazienti: facendogli capire che la ‘guerra
è finita’”.
“Molti adolescenti
sono intrappolati in un mondo simile, fatto di paura, e noi dobbiamo aiutarli a
far capire loro che il peggio è passato”. E per farlo, spiega lo psicologo,
dobbiamo far sì che riprendano confidenza col mondo esterno.
Da questo punto di vista
proprio la Regione Lazio è stata la prima ad affrontare il tema della crisi
psicologica dovuta all’isolamento forzato. Lorenzo Sciarretta ha voluto
illustrare il piano triennale della regione. “Stiamo aiutando i giovani ad
affrontare il problema della crisi psicologica, e per farlo stiamo attuando un
piano di prevenzione e coesione sociale da 11 milioni di euro” ha affermato.
“Ho vissuto
l’isolamento come un infortunio”, ha spiegato Daniel parlando di come avesse
vissuto l’isolamento forzato. “Il periodo attuale è per me quello della
riabilitazione, ed è il momento peggiore, perché siamo in una situazione in cui
non si è tornati del tutto alla normalità” ha aggiunto, sottolineando come il
Covid gli abbia insegnato a non dare nulla per scontato. “Anche un abbraccio o
una carezza adesso assume per me tutto un altro significato” ha detto Shirel,
che ha raccontato, assieme a Samuel, le sensazioni e l’esperienza della
quarantena.