Il turno di ballottaggio delle elezioni amministrative in Grecia, tenutesi lo scorso mese, ha visto lo schiacciante successo del partito conservatore Nea Dimokratia. Ma un’altra è la novità elettorale che segna un passaggio storico per la democrazia greca: nella città di Ioannina (conosciuta anche come Giannina), nel nordovest del Paese è stato eletto un sindaco di religione ebraica, il primo nella storia della Grecia. Si tratta di Moisis Elisaf, un medico e docente universitario molto noto in questa città di oltre centomila abitanti, che ha conquistato la poltrona di primo cittadino per un soffio, aggiudicandosi il 50,33% dei voti, contro il 49,67 del suo avversario, Thomas Begas. Pur provenendo da ambienti politici di centrosinistra, Elisaf – capo della località comunità ebraica per 17 anni ed ex segretario generale del Consiglio del comunità ebraiche di Grecia – aveva in queste elezioni il sostegno di Nea Dimokratia. “Oggi Ioannina ha fatto un grande cambiamento, un grande salto nel progresso – ha dichiarato dopo che il conteggio si è protratto a tarda notte, a causa dell’esiguo margine di vantaggio sul sindaco di sinistra uscente Begas – Sono commosso e sento un profondo senso del dovere verso i miei concittadini”. Elisaf ha promesso di lavorare alla creazione di una “nuova era per la città”. La comunità ebraica greca – oggi ridotta a poche migliaia di persone dopo essere stata quasi sterminata durante l’Olocausto – è composta dai romanioti, una comunità che vive nel paese da oltre 2.000 anni e che parla greco, e dai sefarditi, che storicamente parlavano il ladino (una lingua giudeo-spagnola), discendenti degli ebrei che nell’allora impero Ottomano trovarono ospitalità in seguito alla loro espulsione dalla Spagna, nel 1492. A Ioannina, uno dei centri dove vivevano molti romanioti, oggi la comunità è composta da circa 50 persone, dalle circa 2.000 che qui vivevano prima della deportazione nei campi di sterminio nazisti.