Se gli Stati Uniti attaccassero l’Iran, lo stato di Israelesarebbe annientato nella mezz’ora successiva. Lo ha dichiarato un parlamentare della repubblica islamica, mentre le tensioni sono più che mai vive – da due settimane a questa parte – tra Washington e Teheran. Donald Trump ha rivelato di aver annullato all’ultimo momento raid programmati contro installazioni in Iran, dopo che la difesa aerea della repubblica islamica ha abbattuto un drone americano che si trovava – a detta di Teheran – nello spazio aereo iraniano. “Se gli Stati Uniti ci attaccassero, non resterebbe che una mezzora di vita a Israele“, ha dichiarato Mojtaba Zolnour, presidente della Commissione di sicurezza nazionale e degli affari esteri al parlamento iraniano. In questo contesto di tensioni, l’Agenzia iraniana per l’energia atomica ha annunciato che presto pubblicherà un rapporto sulla decisione di non rispettare più i limiti della produzione di uranio arricchito. Questa produzione è regolata dall’accordo sul controllo del programma nucleare della repubblica islamica firmato a Vienna nel luglio 2015. Donald Trump, che ritiene questo accordo concluso dall’amministrazione del suo predecessore Barack Obama uno dei peggiori mai firmati, ha deciso di ritirare unilateralmente gli Stati Uniti l’anno scorso. Da allora, Washington ha ripristinato le sanzioni economiche contro l’Iran e attuato pressioni sugli alleati per rinunciare a tutti gli scambi con gli iraniani. I leader della repubblica islamica hanno annunciato di non sentirsi più vincolati ad alcune disposizioni dell’accordo, compresa la capacità massima di esafluoruro di uranio (UF6). Il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif ha confermato che il suo Paese ha superato il limite autorizzato di 300 chili di UF6.