Un lockdown parziale su Elad, una città ultra-ortodossa nel centro di Israele, e cinque quartieri anche questi prevalentemente ultra-ortodossi nella città settentrionale di Tiberiade è entrato in vigore oggi alle 8, nel tentativo di rallentare la diffusione del coronavirus che nelle ultime settimane nello Stato ebraico ha fatto registrare una nuova impennata di casi. Lo scrive il Times of Israel sottolineando che il primo ministro Benjamin Netanyahu ha dichiarato la città di Elad e i quartieri di Tiberiade “zone riservate” per sette giorni. Dalle 8 di oggi i non residenti non potranno accedere a queste zone, tranne che per andare al lavoro o per la fornitura di servizi essenziali. I residenti potranno lasciare le zone per lavoro, esami di immatricolazione, cure mediche, procedimenti legali, il funerale di un parente di primo grado o il trasferimento di un minore. La polizia ha dichiarato che non saranno ammesse riunioni di oltre 50 persone e che sette posti di blocco sono stati istituiti dentro e intorno a Tiberiade.
Una task force militare ha avvertito oggi che i tassi di infezione risultano “molto alti” nelle comunità ultra-ortodosse rispetto al resto del Paese, con circa il 14% di tutte i nuovi contagi di questa settimana diagnosticati in sole cinque località. Netanyahu ha detto ieri che i ministri avrebbero deciso oggi se mettere nuovamente in lockdown altre aree del Paese. Gli ultimi dati del ministero della Sanità di ieri sera hanno mostrato un’impennata di nuovi casi, con 459 nuove infezioni registrate nelle precedenti 24 ore. Si tratta del più alto numero in 24 ore da quando i contagi hanno iniziato a salire alla fine del mese scorso, dopo una breve tregua. L’ultima volta che il numero di casi ha superato 450 in un solo giorno è stato il 15 aprile. La forte ascesa nel numero di casi ha alimentato i timori di una seconda ondata dell’epidemia e domenica il ministero della Sanità ha incaricato gli ospedali di tutto il Paese di prepararsi a riaprire i reparti di Covid-19.