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    Tra hi-tech e Tikkun Olam: il contributo degli olim nella Start-Up Nation

    Moovit, Waze, Wix, sono alcune delle più grandi aziende hi-tech israeliane che hanno rivoluzionato la Start-up Nation e l’hanno resa famosa in tutto il mondo. Ma questo ecosistema è composto anche da centinaia aziende più piccole e modeste, che cambiano Israele e il mondo.  Ed è naturale che nel processo di formazione e crescita di queste società, gli olim che vengono in Israele rivendichino la propria fetta in questo ecosistema. E alcuni di questi hanno constatato come il principio del Tikkun Olam (ovvero quello di migliorare il mondo) e l’innovazione possano viaggiare sullo stesso binario.

     

    Ecco alcune di queste aziende hi-tech Made in Israel che stanno migliorando il mondo: CauseMatch, fondata da Joseph Bornstein, “aiuta le organizzazioni non profit a pianificare, creare ed eseguire campagne di crowdfunding intelligenti basate sui dati”. Infatti una delle cose più difficili per le non profit è proprio la raccolta fondi.

     

    “Chi fonda queste società senza scopo di lucro infatti lo fa per idealismo e passione. – spiega il Founder & CEO di CauseMatch – Vogliono aiutare il mondo e le persone, maa raccolta fondi non è la loro competenza”. Attraverso la piattaforma peer-to-peer di CauseMatch, le organizzazioni hanno visto le loro raccolte fondi crescere di sei volte, guadagnando milioni di dollari.

     

    Tra le organizzazioni che hanno usufruito del contributo della società di Bornstein, c’è anche United Hatzalah, che è attiva anche nel conflitto in Ucraina. “Stiamo aiutando Israele a costruire una società più filantropica” ha affermato il creatore di CauseMatch.

     

    Un’altra azienda che è attiva nell’assumere sempre più olim chadashim è Galooli, un’azienda hi-tech che aiuta le strutture a monitorare e gestire in remoto le loro emissioni di carburante e carbonio. Tra i dipendenti c’è anche Yair Rudick, ragazzo proveniente dagli States che dopo aver fatto il servizio militare ed essersi laureato, è stato assunto da Galooli.

     

    Secondo Rudick il motivo dell’attuale boom dell’hi-tech, in particolare nel regno della tecnologia sostenibile è dovuto a Israele stesso, dove “tutti vogliono fare le cose a modo loro. Ognuno vuole essere il proprio CEO”, ha spiegato. “In termini di sostenibilità, le giovani generazioni desiderano avere un impatto e per il sionista moderno, che è anche un imprenditore, non è sufficiente avere una grande idea, ma anche rendere il mondo migliore”.

     

    Tra chi ha deciso di fare l’alyah per cambiare la sua vita  e migliorare il mondo c’è anche Sara Halevi, Direttore Marketing di MyPwr, un’app che fornisce formazione e guida dedicata alle tecniche di autodifesa, in modo che le potenziali vittime sappiano riconoscere le minacce quando le vedono e rispondere di conseguenza. “Conosciamo tutti Israele come un hub hi-tech, ma non siamo davvero abituati a pensare a noi come un hub di autodifesa, ma Israele lo è” ha detto.

     

    Secondo Start-up Nation Central, nel 2021 le aziende tecnologiche israeliane hanno raccolto 25,4 miliardi di dollari, con un aumento del 136% rispetto al 2020, dimostrando che Israele continua ad essere uno dei più importanti centri di innovazione.

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