Il Museo Ebraico di Bologna presenta questa sera il libro Poesie di Rachel Bluwstein, curato da Sara Ferrari e pubblicato da Interno Poesia Editore. É la prima antologia italiana interamente dedicata alla poetessa, nota al pubblico israeliano come Rachel, simbolo mai scalfito dal tempo del movimento pionieristico ebraico e madre fondatrice della tradizione poetica israeliana al femminile. Molte sue poesie sono diventate canzoni popolari interpretate da cantanti famosi.
Rachel era nata a Saratov a Russia nel 1890 come Rachel Bluwstein-Sela, giunse nella Palestina Ottomana nel 1909, dove fino al 1913 visse in una scuola agricola femminile in riva al lago di Tiberiade. In seguito, si recò in Francia per studiare agronomia e pittura e con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale ritornò in Russia, dove lavorò in istituti educativi per bambini rifugiati. Durante questo periodo contrasse la tubercolosi, la malattia che la condusse a una morte prematura. Nel 1919 tornò nel kibbutz Degania ma, non essendo più in grado di lavorare, si trasferì definitivamente a Tel Aviv, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita. Morì all’età di quarant’anni e fu sepolta accanto al kibbutz che aveva amato e sulle rive del suo lago di Tiberiade.
Benché Rachel sia considerata una delle poetesse nazionali d’Israele, spesso nel corso dei decenni la sua opera è stata relegata a un ruolo minoritario, se non, addirittura, fraintesa. Soltanto di recente la critica ha saputo restituirle la giusta collocazione all’interno del canone poetico, mostrando l’intento rivoluzionario e la profondità della sua scrittura. L’amore per la terra, la cura e la devozione quotidiana che le si dedicano sono l’incarnazione degli ideali sionisti senza proclami ideologici. La scelta dichiarata della semplicità fa delle sue poesie frammenti di umanità universale.
E se amore deluso, nostalgia, solitudine sono parte integrante dell’universo poetico di Rachel, non esauriscono la forza della sua scrittura e del suo messaggio di donna consapevole della propria realtà, della propria identità e cosciente della propria arte.