Si è spenta all’età di 107 anni Mimi Reinhardt, la donna incaricata compilare le liste di Oskar Schindler, colui che ha contribuito a salvare centinaia di ebrei durante la Shoah. A riportare la notizia il The Guardian.
Reinhardt, che era impiegata come segretaria di Schindler, venne incaricata di redigere le liste dei lavoratori ebrei del ghetto, della città polacca di Cracovia, che furono reclutati per lavorare nella sua fabbrica, salvandoli dalla deportazione nei campi di sterminio nazisti. Oltre 1200 ebrei vennero salvati grazie alle “liste di Schindler”. Fu proprio lei a scrivere con “due dita” i nomi degli ebrei che vennero strappati dall’incubo delle deportazioni grazie al coraggio dell’industriale tedesco.
“Mia nonna, così cara e così unica. Riposa in pace”, ha scritto la nipote di Reinhardt, Nina, in un messaggio ai parenti. Reinhardt, ebrea austriaca, fu reclutata dallo stesso Schindler e lavorò per lui fino al 1945. Dopo la Seconda guerra mondiale, decise di trasferirsi a New York prima di decidere di muoversi in Israele nel 2007 per raggiungere il suo unico figlio, Sasha Weitman, che allora era professore di sociologia all’Università di Tel Aviv. “Mi sento a casa”, disse la donna ai giornalisti quando atterrò nel paese.
Quanto a Schindler, morto nel 1974, venne nominato dal museo israeliano della Shoah Yad Vashem come “Giusto tra le nazioni”, un’onorificenza destinata ai non ebrei che salvarono le vite degli ebrei durante lo sterminio nazista.
Gli elenchi che Reinhardt compilò per l’industriale contribuirono a mettere in salvo circa 1200 ebrei. La storia del salvataggio è stata largamente raccontata nel romanzo bestseller del 1982 e nel pluripremiato adattamento cinematografico di Steven Spielberg, Schindler’s List.
Reinhardt, che ha trascorso i suoi ultimi anni in una casa di cura a nord di Tel Aviv, aveva detto di aver incontrato Spielberg una volta, ma aveva trovato difficoltà nel guardare il film. Il fotografo israeliano Gideon Markowicz, che ha conosciuto Reinhardt nell’ambito di un progetto dedicato ai sopravvissuti alla Shoah, l’ha descritta come una donna attiva e sorridente. “Ha preso parte alle attività della casa di cura diventando una campionessa di bridge. Navigava su internet e monitorava la borsa” ha detto l’uomo.