È venuto a mancare all’età di 101 anni Leon Schwarzbaum, sopravvissuto al campo di sterminio nazista di Auschwitz e da sempre combattente per la giustizia per le vittime della Shoah.
Schwarzbaum è morto lunedì a Potsdam, secondo quanto riportato dal Comitato Internazionale di Auschwitz.
“È con grande tristezza, rispetto e gratitudine che i sopravvissuti all’Olocausto in tutto il mondo salutano Leon Schwarzbaum, che negli ultimi decenni della sua vita è diventato uno dei più importanti testimoni contemporanei della Shoah” ha scritto il comitato sul proprio sito web.
Nato nel 1921 da una famiglia ebraica polacca ad Amburgo, nel nord della Germania, Schwarzbaum crebbe a Bedzin, in Polonia, da dove la famiglia fu deportata ad Auschwitz nel 1943 dopo lo scioglimento del ghetto. Fu l’unico della sua famiglia a sopravvivere ai campi di concentramento di Auschwitz, Buchenwald e al sottocampo di Sachsenhausen.
Il sopravvissuto è diventato noto al pubblico quando il regista Hans Erich Viet decise di girare un film sulla sua vita. Uscito nel 2018, “The Last of the Jolly Boys” è stato girato con lo stesso Schwarzbaum nelle location originali.
“Soprattutto nei suoi ultimi anni, Leon Schwarzbaum è stato spinto dal desiderio di ricordare i suoi genitori che furono assassinati ad Auschwitz e tutte le altre vittime della Shoah”, ha affermato Christoph Heubner, vicepresidente esecutivo del Comitato Internazionale di Auschwitz. “Ma era anche spinto dalla sua rabbia per il fatto che così pochi criminali delle SS avessero mai visto l’interno di un’aula di tribunale tedesca”, ha aggiunto.
Nel 2016 ha testimoniato inoltre al processo contro l’ex guardia di Auschwitz Reinhold Hanning.
In una lettera di condoglianze alla vedova di Schwarzbaum, il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier ha affermato che “stiamo perdendo un meraviglioso essere umano e un importante testimone oculare della storia”. “Leon Schwarzbaum ha sperimentato personalmente cosa significa quando un regime criminale sospende i diritti umani e la dignità umana”, ha affermato il Presidente tedesco Steinmeier, che lo ha lodato per aver testimoniato sul “periodo più buio della Germania” dopo la guerra e l’aver messo in guardia sui pericoli dell’estremismo di estrema destra e della xenofobia.