Si è svolto ieri il convegno “L’adozione della definizione operativa di antisemitismo della Regione Toscana” tenutosi nell’ Auditorium Spadolini del Consiglio Regionale della Toscana, che fa seguito, quale momento di approfondimento, all’adozione della definizione operativa di antisemitismo dell’IHRA da parte della Regione Toscana dello scorso 8 marzo.
L’evento è stato propiziato dalla consigliera regionale Elisa Tozzi (gruppo Toscana Domani), prima firmataria della mozione IHRA promossa dall’Associazione Italia-Israele di Livorno. Celeste Vichi, Presidente dell’Associazione Italia-Israele di Livorno, commenta: “L’Associazione ha fatto la scelta di sostenere l’adozione IHRA perché introduce l’equivalenza tra antisemitismo ed antisionismo; si tratta di un cambiamento di un atteggiamento culturale che non può che partire dall’azione sulle singole coscienze a livello locale. L’IHRA sollecita la partecipazione attiva volta a tradursi in vere e proprie azioni di prevenzione, informazione e cambiamento culturale, per le quali gli amministratori locali sono direttamente investiti grazie alle attribuzioni loro conferite al livello costituzionale.”
L’Associazione ha dunque elaborato e proposto ai Comuni toscani una mozione, che è stata un vero work in progress. La mozione è stata accolta a Livorno, Siena, Rosignano Marittimo (LI), San Vincenzo (LI), San Miniato (PI), Guardistallo (PI), Santa Luce (PI), Rapolano Terme (SI), ed è attualmente in corso di approvazione a Prato e Pisa. Fuori regione: a Frosinone e Cuorgnè (TO).
“Vorrei evidenziare – aggiunge Celeste Vichi – che l’adozione della definizione è stata assolutamente trasversale alle forze politiche, basata su principi di civiltà dove tutti si possono riconoscere nella libertà, democrazia e quindi a garanzia dei diritti civili. Ritrovare queste comuni fondamenta è ancora più importate nel momento attuale in cui avvertiamo il senso del nostro stare assieme gravemente minacciato. La conferma di tutto questo è l’adozione della definizione IHRA all’unanimità da parte del Consiglio Regionale, che riconferma con grande orgoglio la Toscana come culla di civiltà. Non deve sorprendere inoltre che non siano stati coinvolti rappresentanti delle Comunità Ebraiche, con le quali abbiamo un rapporto strettissimo, ciò perché la nostra Associazione riafferma la assoluta laicità dell’iniziativa della promozione dell’IHRA nei Comuni, in quanto la lotta all’antisemitismo e all’antisionismo sono un valore laico, fondante la nostra società civile, che va al di là dell’aspetto puramente religioso.
L’adozione IHRA è in primo luogo un atto dovuto di riparazione rispetto alla tragedia della nostra storia e delle leggi razziali, e, in secondo luogo, non è un regalo che facciamo per gentile concessione ai nostri amici ebrei o allo Stato di Israele, perché certamente non ne hanno bisogno. Gli ebrei a dispetto di tutto vivono da 5000 anni e Israele ha creato un Paese al quale si può guardare solo con ammirazione. La lotta all’antisemitismo e l’antisionismo dunque rappresentano un valore civile, etico e soprattutto laico, un dono che facciamo innanzi tutto ai noi stessi, un regalo alle nostre comunità locali, alla nostra regione ed anche al popolo italiano.”