Ariela Cassuto è la Presidente della loggia toscana B’nai B’rith e Presidente della loggia nazionale dell’Unione del B’nai B’rith Italia.
«Il B’nai B’rith nel mondo ha sedi anche in luoghi molto difficili. Abbiamo sentito l’Unione del B’nai B’rith in Inghilterra e abbiamo contatti con i fratelli in Ucraina. Li abbiamo contattati via email chiedendo cosa potessimo fare. La risposta è stata un ringraziamento solo per aver saputo che ci siamo. E’ importante mantenere rapporti con il B’nai B’rith in Ucraina, mi preoccupo che la loro storia venga conosciuta e che possiamo aiutarli in qualche modo» spiega Cassuto.
La presidente del B’nai B’rith è una persona molto pragmatica. Gestisce i lavori insieme agli altri presidenti e vuole velocizzare la missione del B’nai B’rith, che ha in questa fase due scopi: un lavoro di service per ebrei in difficoltà e un importante impegno formativo su argomenti relativi all’ebraismo da un punto di vista storico, umano e culturale. Lo scorso anno la loggia toscana ha sentito l’esigenza, insieme a quella romana, di organizzare un corso approfondito sui luoghi ebraici della Toscana (“Livorno- Pisa No Ghetto”). «Vogliamo riuscire ad impattare in qualche modo sulla comunità sociale in cui viviamo!» specifica.
«Il B’nai B’rith Inghilterra ha finanziato in passato un ospedale a Kiev e in questo periodo è direttamente coinvolto. Ci siamo inseriti nella loro raccolta». La presidente parla di tempi più difficili, pensa alla sera di Pesah durante la Shoah o l’inquisizione e di come ritenga che non si possa fare altro che stringere i denti. In questi giorni si domanda come si possano aiutare i correligionari ucraini.
Il B’nai B’rith Italia sarebbe eventualmente disponibile, qualora risultasse necessario, ad aiutare ad accogliere qualche famiglia che volesse cercare rifugio dall’ Ucraina? «Assolutamente sì».