In occasione della pubblicazione de “La Rassegna Mensile di Israel” dedicata a Tullia Zevi, il Centro Bibliografico UCEI, che porta il suo nome, ha ospitato un incontro per commemorare la storica presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
Nata a Milano nel 1919, Tullia Zevi è stata prima giornalista, collaborando con testate come Maariv e The Jewish Chronicle, e poi una politica impegnata nelle istituzioni ebraiche. Quando in Italia vennero emanate le leggi razziali, emigrò con la famiglia in Francia e successivamente in America per sfuggire alle persecuzioni. Proprio dal paese d’oltremare decise di tornare, a guerra cessata, per aiutare a ricostruire il paese.
Spirito d’appartenenza, dedizione e serietà. Così la ricordano, con affetto e rispetto, i numerosi presenti all’evento, tra cui Dario Disegni, il rabbino capo di Roma Rav Riccardo Di Segni, la presidente UCEI Noemi Di Segni, l’onorevole Emanuele Fiano e la presidente della Comunità Ebraica di Roma, Ruth Dureghello, che l’ha definita “un esempio e modello per tutti. Elegante, determinata, affezionata e puntuale nel suo ebraismo. Un modello che si ispira alla capacità di dialogare, di imporsi in maniera sintetica e nella capacità di costruire percorsi comuni. In una dialettica costante che ha visto, ad esempio, il suo relazionarsi col rabbino Toaff in maniera intensa. Due grandi protagonisti del secolo passato”.
Tra i vari interventi susseguitisi, l’onorevole Fiano ha voluto rammentare un fatto storico di ampia rilevanza: il processo Priebke di Roma 1996, in cui Tullia Zevi fu una delle poche a poter entrare in aula. Quando si intravide la possibile assoluzione del criminale nazista, il tribunale divenne il centro più caldo della città, con giovani attivisti ebrei impegnati nel presidiare la struttura. In quell’occasione, Tullia Zevi decise di recarsi alle Fosse Ardeatine per deporre dei fiori.
La sua presidenza UCEI iniziò nel 1983 e cessò quindici anni dopo, nel 1998. Zevi è stata figura che ha saputo meritare non solo il rispetto istituzionale, ma anche quello personale. “Un ricordo affettuoso e riconoscente per una persona che ha svolto un ruolo importante con una dedizione e una intelligenza straordinaria” diceva l’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che si recò all’ospedale Fatebenefratelli per rendere omaggio alla sua dipartita, avvenuta nel 2011. Serietà e dedizione, princìpi che continuano a ispirare la dirigenza delle istituzioni ebraiche e che saranno il faro per le generazioni future.