Dopo quasi 40 anni, la procura di Roma apre un nuovo fascicolo d’inchiesta sull’attentato alla sinagoga del 9 ottobre ’82. Lo rivela il quotidiano La Repubblica.
L’inchiesta sarà condotta dal pubblico ministero Francesco Dell’Olio, che ha delegato la Digos per i primi accertamenti. Al centro delle indagini ci sono i documenti recentemente riportati alla luce in cui il Sisde segnalava al Ministero degli Interni probabili attentati contro obiettivi ebraici in Italia (e anche alla sinagoga) già dal giugno 1982, e le parole dell’allora fidanzata di Osama Abdel Al Zomar, l’unico terrorista identificato e condannato (in contumacia) per l’attacco terroristico. In un’intervista a La Repubblica la donna aveva detto: “Io non so cosa sia successo, ma certo non può essere stato lui la mente di tutto. Qualcuno lo ha guidato”.
Elementi nuovi dunque, che potrebbero, forse, aiutare a fare luce sull’attentato, in cui morì un bimbo di due anni, Stefano Gaj Tachè, e 40 persone rimasero ferite. Così ora si indaga per capire come è potuto accadere, perché quel terribile giorno gli ebrei italiani sono stati lasciati soli dalle istituzioni, e chi sono i responsabili di quell’attacco, per il quale ancora nessuno ha mai scontato un solo giorno di pena.