Dall’Olanda arrivano le scuse per il libro scritto dalla canadese Rosemary Sullivan “The Betrayal of Anne Frank” (“Il tradimento di Anna Frank”), in cui si afferma che il delatore dei Frank sarebbe stato un notaio ebreo. Lo riporta il The Guardian.
L’editore olandese, Ambo Anthos, si è infatti scusato per la pubblicazione del libro che ha fatto notizia in tutto il mondo, affermando di aver deciso di sospendere le ristampe, fino a quando non si sarà fatta maggiore chiarezza su quanto riportato dall’autrice.
In una dichiarazione, la casa editrice ha affermato di ritenere di essere stata trascinata dallo “slancio” attorno alla pubblicazione del libro e che avrebbe dovuto assumere una posizione più “critica”.
Il libro, uscito il 18 gennaio, ha avuto molta visibilità mediatica, ma sin da subito sono stati numerosi i ricercatori e gli storici che hanno sollevato dubbi sulla teoria di Sullivan, secondo cui il notaio Arnold van den Bergh, morto di cancro alla gola nel 1950, avrebbe condotto la polizia al nascondiglio della famiglia Frank il 4 agosto 1944. Le prove avanzate dall’autrice del libro, che si baserebbero sull’inchiesta coordinata dall’ex agente dell’FBI Vincent Pankoke, sono secondo molti inconsistenti.
Il libro si baserebbe su “informazioni che meritano approfondimento, ma nessuna base per l’accusa centrale” secondo Ronald Leopold, direttore della casa-museo di Anna Frank, che ha definito quella avanzata dal volume “una delle tante teorie” considerate nel corso degli anni.
“Accusano senza dare vere prove”, aveva detto Laurien Vastenhout, una ricercatrice del NIOD Institute for War, Holocaust and Genocide Studies: “Ancora una volta abbiamo una narrativa in cui sono gli ebrei ad essere i colpevoli”.