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    La tragica storia di Jonathan Larson nel biopic targato Netflix

    Tick, tick…BOOM! come il ticchettio dell’orologio che scandisce i secondi che anticipano il botto definitivo, l’arrivo dei trent’anni d’età, il momento di fare qualcosa della propria vita. Il momento della presa di coscienza che il tempo passa e non torna più. Lo stesso tempo che tutt’un tratto si interrompe a 36 anni. Così si può riassumere la storia di Jonathan Larson, uno dei più rivoluzionari autori di musical mai esistiti.

     

    A raccontare la tragica storia di questo giovane drammaturgo ebreo il film biografico tick, tick… BOOM!, disponibile da venerdì 19 novembre su Netflix. Tratto dall’omonima opera prima di Larson, un monologo rock autobiografico che mise in scena off-Broadway, la pellicola racconta attraverso gli occhi Jonathan le settimane che precedono il suo trentesimo compleanno.

     

    “A questa età dovrei essere riuscito già a combinare qualcosa” dirà il protagonista più volte, infatti Larson sente di non aver fatto abbastanza: lavora in un diner, cercando di racimolare il denaro necessario per mettere in scena un workshop del suo rivoluzionario musical Superbia, a cui sta lavorando da più di otto anni. Un’opera ambiziosa e complessa, ambientata in un futuro distopico, vista però con perplessità da critici e autori, nonostante questi notino la genialità del ragazzo, tra cui il leggendario Stephen Sondheim, librettista di West Side Story. E se da una parte la sua passione non porta i frutti da lui desiderati, le relazioni con gli amici e con la fidanzata vanno sempre più a deteriorarsi dall’ossessione di concludere il libretto del suo musical. E in questo turbinio di emozioni e di angosce il tempo di Larson scorre inesorabile, in attesa che arrivi il tanto riconoscimento della sua genialità.

     

    A interpretare il ruolo del protagonista, Andrew Garfield (The Amazing Spider Man e La battaglia di Hacksaw Ridge), la cui somiglianza con il vero Jonathan è impressionante.

     

    L’attore è riuscito a far rivivere attraverso la sua interpretazione il giovane autore. Con intelligenza e modestia è riuscito a rendere onore non solo alla persona, ma anche alle canzoni e ai monologhi. E non è difficile pensare a cosa avrebbe potuto fare Jonathan Larson se fosse tra noi ancora oggi.

     

    Mentre alla regia di questo film troviamo un altro autore rivoluzionario di Broadway: Lin-Manuel Miranda, l’artefice del musical Hamilton. Lo stesso Miranda, alla sua opera prima come regista cinematografico, fa parte di quella nuova generazione di autori e registi ispirata da questo geniale ragazzo che con tick, tick… BOOM! prima e con Rent, ha cambiato il modo di fare teatro trattando anche temi come: la droga, l’Aids, la discriminazione sessuale e razziale. E non è un caso che a portare al cinema la storia di Jonathan Larson sia proprio lui, infatti da giovane aveva interpretato lui stesso quel monologo. E da spettatore che sognava di scrivere musical, parlando del monologo Miranda lo ha definito “un messaggio in bottiglia diretto a me”.

     

    tick, tick… BOOM! si rivela essere l’ennesimo grande prodotto targato Netflix che in Italia è passato in sordina, ma la cui qualità è altissima. Desideri e speranze, la vita e la morte, e soprattuttol’eredità artistica sono al centro di questo film che rende cosciente lo spettatore di quanto sia necessario sfruttare al massimo il tempo, che può diventare da un momento all’altro qualcosa di effimero.

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