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    Una società dentro le mura: la Comunità Ebraica di Roma nel Seicento

    Andrea Yaakov Lattes ha svolto un lavoro molto importante su un documento dell’Archivio Storico della Comunità Ebraica di Roma del XVII secolo, dall’Autore precedentemente trascritto, che restituisce interi spaccati di una comunità attraverso le sue strutture politico-amministrative. La comunità ebraica di Roma moderna nacque attraverso i Capitoli del banchiere Daniele da Pisa il 12 dicembre del 1524, una sorta di statuto comunale. Non a caso la presentazione del volume cade in questi giorni, proprio per ricordare la nascita dell’Universitas Hebraeorum Urbis.

     

    L’Autore ha studiato i verbali della Congrega dei Sessanta, l’organo legislativo della Comunità, la cui composizione era stabilità da precise norme di suddivisione dei “seggi” tra ebrei italiani e stranieri. Infatti, nel tempo, l’arrivo in città persone di diversa provenienza, e soprattutto, con quello degli ebrei espulsi dalla Spagna e dal Sud dell’Italia soggetto alla corona spagnola, aveva determinato alcuni contrasti, regolati proprio attraverso i suddetti Capitoli. La struttura posta in essere dal banchiere ebbe un ruolo di notevole significato per le dinamiche di relazioni politiche sia interne, sia per quelle con le autorità ecclesiastiche e civili.

     

    Ciò che emerge dal materiale analizzato da Lattes, è l’azione di una classe dirigente consapevole di dover affrontare non solo la reclusione ma anche fasi particolarmente difficili come, ad esempio, quella della peste del 1656.

     

    Altrettanto importante fu la figura del rabbino, protagonista della gestione dei rapporti interni e non solo. Infatti, nel corso del Seicento furono rafforzate strutture le confraternite che giocheranno un ruolo determinate come collanti sociali non solo attraverso il supporto materiale ma anche quello spirituale.

     

    Non va dimenticato che una quota rilevante della popolazione ebraica viveva ai limiti della sussistenza e in situazioni igieniche e sanitarie che andavano gestite con cognizione di causa e mezzi adeguati.

     

    Quella che emerge dallo studio è una società che subisce le limitazioni da disciplina del ghetto, che aveva completamente modificato in negativo i rapporti fra ebrei e cristiani rispetto al periodo rinascimentale, ma che seppe riorganizzarsi nel corso dell’Età moderna e contrattare sistematicamente la propria posizione nel seno alla società dell’epoca, in piena Controriforma.

     

    Alla presentazione del volume, che rientra nella collana Roma ebraica del Dipartimento Beni e Attività Culturali della Comunità Ebraica di Roma, e che si terrà lunedì 6 dicembre alle 17:00 presso la sala mostre e convegni della Gangemi Editore in via Giulia 142 a Roma, interverranno importanti personalità. Infatti, oltre alla Presidente della CER, Ruth Dureghello, al Rabbino Capo di Roma, Riccardo Shemuel Di Segni e al Direttore del Centro Romano di Studi sull’Ebraismo dell’Università di Tor Vergata, Tommaso Caliò, parteciperanno due esperti di storia ebraica, Serena Di Nepi (La Sapienza Università di Roma) Germano Maifreda (Università degli Studi di Milano). L’evento sarà trasmesso in diretta sulla pagina Facebook dell’Archivio storico della Comunità ebraica di Roma e del Centro di Cultura Ebraica.

    Per partecipare in presenza prenotare scrivendo al seguente indirizzo e-mail: dibac@romaebraica.it

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