La Malesia ha rifiutato di concedere i visti ai giocatori israeliani per partecipare al campionato mondiale maschile di squash, che si svolgerà nella capitale Kuala Lumpur dal 7 al 12 dicembre con ventisei squadre partecipanti.
Un simile evento si verificò nel 2015, quando i windsurfisti israeliani dovettero ritirarsi dalla competizione sull’isola di Langkawi per il medesimo motivo. Nel 2019, invece, la Malesia fu privata del diritto di ospitare i Campionati mondiali di nuoto paralimpico per aver minacciato di rifiutare gli atleti israeliani. Lo Stato a maggioranza musulmana del sud-est asiatico non è quindi nuovo a questa politica avversa contro Israele, con cui non intrattiene relazioni diplomatiche.
La Federazione Mondiale di Squash (WSF) ha affermato di essere stata informata di questa scelta, ed ha aggiunto di essere in contatto con la Malesia nella speranza di “poter raggiungere una soluzione equa e pratica”. Qualora il WSF non dovesse riuscire a risolvere il problema, l’associazione di squash israeliana ha fatto sapere che si rivolgerà direttamente alla Corte Arbitrale dello Sport, in Svizzera.
“È un peccato che stiano mescolando lo sport con la politica – ha detto il presidente della squadra israeliana, Aviv Bushinsky – Coloro che chiudono gli occhi, tutti i paesi che partecipano e lasciano che accada qualcosa del genere, permettono che razzismo e discriminazione avvengano nello sport”.
La squadra malesiana ha rifiutato di replicare a questa affermazione, ma in un precedente commento il capo dell’organizzazione aveva affermato che il paese “non sarebbe stato in grado di garantire la sicurezza e il benessere dei giocatori israeliani”.
“Trovo impossibile credere che in questa era moderna ci sia ancora un posto per la discriminazione, così come la mescolanza tra considerazioni politiche e sportive” ha detto il ministro israeliano dello sport e della cultura, Hili Tropper.
In principio il torneo doveva svolgersi in Nuova Zelanda, ma è stato poi spostato a causa delle restrizioni di viaggio legate al Covid. Agli israeliani è vietato entrare in Malesia, dove la causa palestinese gode di un ampio sostegno. L’ex primo ministro Mahathir Mohamad una volta si è detto felice “di essere etichettato come antisemita” ed ha difeso le ripetute offese perpetrate contro gli ebrei, definiti “nasi adunchi”.