Domenica 21 novembre, presso l’Ospedale S. Giovanni di Roma (Via Santo Stefano Rotondo 5/A), torna la “Giornata della Donazione” col patrocinio della Comunità Ebraica di Roma, del Gruppo Ebrei Donatori (GED), dall’Associazione EMATOS FIDAS – Donatori Volontari Sangue Fa, e di altre realtà del mondo della medicina. Inaugurata nel 1986 da Giacomo Zarfati, la Giornata è attualmente organizzata dai responsabili del GED, Italia Zarfati ed il dottor Fabio Gaj.
Dalle ore 07:45 alle 12:00 sarà possibile recarsi presso il centro trasfusionale ospedaliero per donare il proprio sangue. Un’azione essenziale, perché il sangue è “un farmaco salvavita, che oggi non si può ottenere chimicamente – scrivono gli organizzatori nella Brochure esplicativa – i donatori rimangono l’unica risorsa”.
Chi può partecipare? È ammessa la donazione a chi è in buona salute, con un’età compresa tra i 18 ed i 70 anni e con un peso corporeo di almeno 50 chilogrammi. Esistono diversi tipi di donazione, perché è un atto “estremamente selettivo ed adattabile alle caratteristiche del donatore, a cui il medico ne propone il tipo più adatto ed utile”. Prima della donazione è importante fare una colazione leggera (caffè, succo di frutta, fette biscottate, ma non latte e derivati) e non aver assunto farmaci nella settimana precedente.
Donare il sangue è importante, ma farlo dopo il periodo Covid lo è ancora di più. Lo ribadisce anche il dottor Cesare Efrati, gastroenterologo dell’Ospedale Israelitico di Roma e rappresentate in Italia del Maghen Davìd Adòm, che spiega: “Pur non essendo patrocinatori della giornata, abbiamo sentito l’esigenza di ribadirne l’importanza e diffondere l’iniziativa. Per problemi multifattoriali legati al Covid, quali il ridotto accesso agli ospedali, la ripresa delle attività, la paura di recarsi nei centri di donazione, si è assistito ad una drastica riduzione dei donatori e quindi del sangue. Alcuni, avendo fatto il vaccino, credevano erroneamente di essere inadeguati per la donazione. Questo ha danneggiato i centri trasfusionali, che hanno subìto il forte limitarsi delle scorte”.
Le medesime problematiche legate al Covid sopra citate hanno provocato anche altre complicanze, tra cui il ritardo delle persone nel fare accertamenti sulla propria salute. “Coloro che stavano male o che avevano sintomi e patologie, per un anno e mezzo hanno ritardato a fare le analisi. Quindi ora ci troviamo in un’ondata di pazienti che arrivano in diagnosi tardive, molte delle quali manifestate con dei sanguinamenti. Proprio lì c’è bisogno di donare sangue”. Perciò la donazione è fondamentale, perché “il Covid ha creato tantissime emergenze emorragiche in ambito gastroenterologico, chirurgico, oncologico ed ematologico”.
L’evento di domenica, oltre ai partner già menzionati, è patrocinato anche dall’Agenzia Medici Ebrei e dall’Ospedale San Giovanni Calibita Fatebenefratelli – Isola Tiberina Roma. A causa dell’emergenza Covid, per aderire sarà necessario prenotarsi preventivamente. Al termine della donazione è prevista una colazione Kosher per i partecipanti.