“Sono i
bambini che ce lo chiedono, e fanno appello al nostro senso di responsabilità.
Come adulti e come genitori”. Arnon Shahar, capo della task-force anti-Covid
della cassa mutua israeliana Maccabi, accoglie con convinzione la decisione di
Israele – che segue quella già assunta negli Usa – di autorizzare, a partire
dai prossimi giorni, la vaccinazione per la fascia di età tra i 5 e gli 11
anni.
I dati
pubblicati da Pfizer, e diffusi dal direttore generale del ministero israeliano
della Sanità Nachman Ash, dimostrano che il vaccino nei bambini ha una
efficacia del 91%. E secondo la maggior parte degli esperti israeliani
interpellati sulla questione, il beneficio, a quell’età, supera i possibili
rischi. L’immunizzazione non sarà obbligatoria. Il successo della campagna
vaccinale sui più piccoli dipende quindi dalla capacità di convincere le
famiglie. “I nostri figli, in questo momento, vedono che noi stiamo tornando
alla vita normale, e loro no – sostiene Shahar -. Perché noi siamo vaccinati, e
loro no”. “Come tranquillizzare i genitori e spiegare alla gente la necessità
di vaccinare anche i bambini? – si chiede allora il direttore del Maccabi – È
semplice, con i numeri”.
Numeri che,
in Israele, in questa fase calante, sono in picchiata. Ieri sono stati rilevati
390 contagi su 73 mila tamponi. I malati gravi sono 145. Negli ultimi sette
giorni si sono avuti in tutto 16 decessi: il 30% in meno rispetto alla
settimana precedente. Ieri mattina il premier Naftali Bennett, al termine della
riunione settimanale del gabinetto di governo, ha speso alcune parole a
proposito della situazione. “Il coronavirus – ha detto – sta impazzendo in
tutto il mondo, specialmente in Europa, dove attualmente vengono battuti i
record di morbilità. Ci sono paesi in Europa, come i Paesi Bassi e l’Austria,
che stanno tornando a restrizioni e blocchi, mentre qui nello Stato di Israele
è tutto aperto. Ma non possiamo riposare sugli allori. Dobbiamo continuare a
monitorare da vicino la situazione e continuare a seguire rigorosamente le
direttive”. Il capo del governo ha concluso assicurando gli israeliani che, se
non lui stesso, sarà sua moglie a portare il loro figlio più piccolo David a
vaccinarsi il prima possibile.