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    Manoscritti ritrovati e il pericolo dei falsari

    Capita
    sempre più spesso che vengano annunciati ritrovamenti di straordinari
    manoscritti ebraici, ma il pericolo dei falsari è dietro l’angolo. Volumi dal
    gusto esotico, riprodotti minuziosamente, circolano in Oriente, e negli ultimi
    tempi in Occidente: si tratta di falsi, esche per facoltosi compratori.
    L’ultimo caso è quello annunciato da vari media internazionali, di volumi
    scritti in ebraico, sequestrati dalla polizia nel sud-est della Turchia. Shalom
    ha intervistato sul tema Amedeo Spagnoletto, Direttore del MEIS, Sofer,
    studioso ed esperto di manoscritti, sul rischio, sempre più frequente, di falsi
    nel mondo dei manoscritti.

    Capita
    spesso che vengano rinvenuti volumi del genere? Dove accade più frequentemente?

    Sono oramai
    alcuni anni che circolano nel mondo occidentale, in Europa come in America, ma
    anche Israele non è esclusa, codici, rotoli manoscritti e libri a stampa dal
    gusto esotico, vergati in lettere ebraiche, il più delle volte copiate in modo
    goffo e non aderente ai canoni paleografici e codicologici noti agli studiosi.
    Questo materiale a chi non è esperto può apparire antico; suggestionano le
    tecniche di conciatura della pelle, per lo più al vegetale, le copertine in
    cuoio, incise a mano o con i ferri, i nervi a vista, e la patta di copertura
    che fanno sembrare i lavori vecchi di centinaia e centinaia di anni.  Accomuna questi oggetti l’inserimento di
    simboli ebraici come: la stella a sei punti il candelabro. Ma non mancano altre
    figure come: scorpioni, segni zodiacali, figure angeliche. I testi sono nella
    maggior parte dei casi citazioni bibliche, o anche righe di lettere
    giustapposte senza alcun senso compiuto. Sembrerebbe che l’ambiente sia quello
    del nord africa ma c’è chi ipotizza anche un’origine di paesi mediorientali.

    Come mai
    vengono “confezionati” questi volumi?

    Le finalità
    sono quelle di attirare un mercato sempre alla ricerca di “affari”
    facili e a prezzi bassi – a dire il vero neanche poi tanto viste le richieste a
    tanti zeri – che si avvantaggiano dagli sconvolgimenti politici, solo per
    citare gli ultimi Afghanistan, Iraq, Libia che, si presume, abbiano determinato
    movimento e flussi di materiale e di patrimoni ebraici cospicui.

    Si tratta di
    vere e proprie truffe, a cadere nella rete non solo privati ma anche antiquari
    avvicinati da uomini che millantano rapporti privilegiati con diplomatici o
    gente in affari proveniente da quei paesi, case d’asta che non hanno esperti di
    Judaica al loro interno e che sperano di piazzare queste “collezioni”
    a quotazioni interessanti. Bisogna usare tanta cautela ed è preferibile
    diffidare piuttosto che lanciarsi in imprese temerarie.

     

    Le è mai
    successo di avere a che fare che un tesoro rivelatosi poi un falso in Italia?

    Si, solo
    pochi anni fa sono stato chiamato a valutare questo “tesoro” in
    Sicilia, dove chissà in che modo era arrivato, purtroppo il mio giudizio
    scontentò le aspettative di chi credeva di aver trovato una grande ricchezza.

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