La novantaseienne Irmgard Furchner, ex segretaria del campo di concentramento nazista di Stutthof, ha affrontato il tribunale tedesco con l’accusa di complicità nell’omicidio di 10.000 persone.
Nonostante l’età, l’imputata, residente in una casa di cura nei pressi di Amburgo, era stata dichiarata idonea a sostenere il processo. Tuttavia, Furchner aveva tentato la fuga dal processo a settembre, facendosi però catturare dopo diverse ore. Un atto che le era costato cinque giorni di detenzione.
L’ex lavoratrice del campo nazista di Stutthof, situato nell’omonima città, è accusata di essere complice di migliaia di omicidi, avvenuti tra il 1943 e il 1945.
La donna è comparsa martedì davanti a un giudice nella città di Itzehoe, nel nord della Germania.
Si è presentata in aula nascondendo il viso con fazzoletto, indossando grandi occhiali da sole e mascherina contro il Covid-19, seduta su una sedia a rotelle. L’imputata si è rifiutata di rispondere a qualsiasi domanda, e ha ascoltato in silenzio il pubblico ministero Maxi Wantzen. “Non voglio esser messa alla gogna dell’umanità” aveva detto l’anziana, il 30 settembre, fuggendo in taxi dalla casa di cura.
L’inchiesta sull’ex segretaria, è stata aperta nel 2016, e si avvale di una serie di testimonianze, fra cui quelle di sopravvissuti alla Shoah. Ciò che si sta svolgendo a Itzehoe, in Germania, non è di certo l’unico processo contro persone coinvolte nelle infime azioni della Germania nazista, e non si appresta ad essere l’ultimo.