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    Da “Shtisel” a “I nostri fantasmi” – L’attrice Hadas Yaron si racconta

    Arriva nelle sale, dopo la presentazione all’ultimo festival di Venezia, il film di Alessandro Capitani “I nostri fantasmi”. E su Netflix potete trovare la terza stagione di “Shtisel”, serie israeliana di grande successo. Denominatore comune? La presenza dell’attrice Hadas Yaron. La Yaron non è nuova nei contesti cinematografici del nostro paese. Già nel 2012 aveva vinto la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile con lo straordinario “La sposa promessa” della regista israeliana Rama Burshtein. Ha fatto parte della giuria al Torino Film Festival e proprio in quel contest ha vinto anche un premio per il suo film “Felix et Meira”. E dopo l’internazionale “Maria Maddalena” dell’australiano Garth Davis, ecco ben quattro titoli tutti italiani, tra cui il film di Capitani è l’ultimo in ordine cronologico. Di tutto questo e di molto Shalom ha parlato (via zoom) con la giovane attrice israeliana. In un italiano, ormai, diremmo perfetto.

     

    Hadas, ci racconta come è iniziata questa sua avventura italiana?

     

    In un modo strano. Dopo che ho vinto la Coppa Volpi a Venezia mi ha scritto un’attrice israeliana, un’amica, che mi ha detto “Devi imparare l’italiano e devi  lasciare Israele alle spalle. Qui succede poco, anzi niente. Non ci sono soldi per il cinema e devi approfittare di questo Premio e cercare di crescere altrove!”. Io non sapevo cosa pensare ma quando un anno dopo mi ha scritto Gianni Zanasi per propormi una parte nel suo film “La felicità è un sistema complesso” ho capito che cosa dovevo fare!

     

    Cosa?

     

    Beh, mi sono applicata. Ho imparato la lingua ed ho cominciato a leggere in italiano. Devo dire che il mio rapporto con l’Italia è come una storia d’amore. Ogni volta che vengo qui respiro un’aria familiare. Mi trovo benissimo.

     

    Ma anche se in Israele non succede niente (o quasi) da un punto di vista cinematografico come ha detto la sua amica attrice, “La sposa promessa” è un film bellissimo ed ha avuto un grande successo un po’ ovunque.

     

    Certo. Quel film è un film speciale, e non solo per me. Ma se devo essere sincera la situazione dell’industria cinematografica israeliana non è tra le migliori. Il paese è piccolo, i soldi non sono tanti e anche se le opportunità non mancano non ti permettono di vivere in modo soddisfacente. In altre parole, non c’è tanto futuro.

     

    Eppure la terza stagione della serie “Shtisel”su Netflix, e una sfilza di altre serie tv israeliane che hanno avuto dei remake internazionali, più o meno di successo, raccontano un’ altra storia.

     

    “Shtisel” racconta da un punto di vista non politico ma quotidiano una comunità ebraica ortodossa, ed è molto innovativo. Ci sono situazioni piene di ironia, dove di solito troviamo anche tristezza e conflitti, e personaggi ben approfonditi. Personaggi con cui, nonostante la loro rigidità, è difficile non riconoscerci. Tra me e il protagonista Akiva, interpretato da Michael Aloni, si è instaurato un bellissimo rapporto. C’erano molte scene di tensione ma dopo tutto dalla tensione nasce la verità. È Libbi, il mio personaggio, che lo spinge a continuare la sua arte. Un’esperienza molto bella attraverso cui ho scoperto quanto l’intolleranza sia pericolosa e nociva.

     

    Allora per lei “Shtisel” è stato, è, fondamentale….

     

    È stato grandioso. La gente ha cominciato a riconoscermi per strada. Libbi, il mio carattere, questa giovane ebrea ortodossa, è diventato quasi un simbolo per molte donne ebree. E’  la cosa più strana, e allo stesso momento meravigliosa, che mi sia successa!

     

    Ma il suo personaggio non c’e in questa terza stagione ….

     

    No, no, c’e’, anche se in una maniera un po’ particolare! (ride)

     

    Tornando per un momento al “suo” film “I nostri fantasmi” di Alessandro Capitani, che cosa le ha convinto a prenderne parte?

     

    Quando ho letto la sceneggiatura ho subito pensato “Macché, mi hanno mandato un horror?”. Ma poi è stato questo mix singolare tra realismo e fantastico che mi ha convinto che fosse qualcosa di diverso.  Il mio personaggio non doveva essere una israeliana ma poi il regista lo ha adattato per me!

     

    Grazie!

     

    È stato un piacere….

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