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    Il fantasma del Ghetto di Jacquot Grunewald

    Avete mai pensato di risolvere un omicidio attraverso la logica talmudica? Beh, è possibile, e  Theodore Fix, un simpatico Rabbino esperto di talmud lo dimostrerà nel corso di questa storia trasformandosi, pagina dopo pagina, in un detective degno dei più intricati romanzi polizieschi. A Venezia, tra i vicoli stretti e caratteristici della Serenissima, impazza il carnevale. Maschere e balli febbrili tengono la città impegnata. Ma tra le strade si consuma un omicidio misterioso. A perdere la vita, in circostanze sospette, nel cuore di piazza San Marco, è un uomo vestito da cardinale, Alexandre De Feltes, nobile discendente del famigerato inquisitore Bernardino da Feltre. Nel frattempo, il sereno Shabbat nel ghetto di Venezia viene interrotto dalla visione di uomo dalle sembianze terribili, simili ad un fantasma. Il crimine sembra studiato a tavolino, e l’assassino non si fa problemi a lasciar traccia di sé firmandosi: Beniamino Da Costa. Se non fosse che lo stesso nome risale all’identità di un uomo vissuto nel sedicesimo secolo: non a caso, però, la sua tomba viene trovata aperta dalla polizia. Che sia stato un fantasma a compiere il delitto? Un fantasma che vuole vendetta? La polizia italiana brancola nel buio e nel giro di poco tempo chiude il caso. Ma un nuovo commissario non si arrende e riesce a convincere la polizia francese a riaprire il caso. Così il romanzo spicca il volo e arriva in Francia, dove la polizia viene aiutata da un detective d’eccezione: il Rabbino Fix, che cercherà di ricostruire la verità e trovare l’assassino, facendosi largo tra la storia ebraica. Un libro da leggere tutto d’un fiato, che unisce la tensione del giallo al complesso fascino del Talmud. Originale e mai scontato.

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