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    80 anni dal massacro Babi Yar: nuovi progetti per la memoria

    Tra il 29 e il 30 settembre del 1941, un reparto speciale Einsatzgruppe tedesco, assistito da due battaglioni del reggimento di polizia sud e polizia ausiliaria ucraina, senza alcuna resistenza da parte della popolazione locale, uccidono all’interno del burrone Babi Yar, situato nel nord-ovest di Kiev, 33.771 ebrei. A 80 anni di distanza da quel tragico evento, nascono e crescono progetti per conoscere la storia e per ricordare.

     

    Si è tenuta infatti una conferenza online titolata “Babyn Yar Zoom Conference on 80th Anniversary”. Incontro volto a ricordare e parlare di una delle più grandi, e tristemente poco note, tragedie legate alla Shoah. Nel corso della conferenza si è inoltre discusso di nuovi progetti didattici, al fine di portare alla luce i fatti di questa tragica pagina storica.

     

    Il Babyn Yar Holocaust Memorial Centre, è stato creato dal decreto del presidente ucraino Petro Poroshenko il 20 ottobre 2017. Con questo l’Ucraina un nuovo approccio alla conservazione della memoria storica di quei tragici eventi.

     

    La didattica e la conservazione della memoria sono stati al centro della conferenza, sembrerebbe infatti che quasi la metà degli ucraini non sa dove sia Babi Yar. La maggior parte degli adolescenti ucraini ha un’idea generale su che cosa sia la Shoah.

    Sono pochi i dati che emergono sulla conoscenza di questo argomento nelle nuove generazioni, ma in ogni caso il numero stimato è molto basso. Tutto ciò è probabilmente il risultato di una deliberata politica di silenzio dell’Unione Sovietica, e di una successiva politica di disprezzo dopo la dichiarazione di indipendenza dell’Ucraina.

    In questo panorama troviamo infatti BYHMC, un’associazione che tenta educare le persone, in particolare i ragazzi, sui tragici eventi del passato. Insieme al Ministero dell’Istruzione e della Scienza dell’Ucraina si terrà una lezione che si svolgerà simultaneamente in tutte le 15.000 scuole in Ucraina il 29 settembre 2021. La lezione è dedicata all’80° anniversario della tragedia di Babyn Yar e mira a promuovere un atteggiamento negativo duraturo nei confronti della discriminazione, del disprezzo della dignità umana e delle violazioni dei diritti. “Due milioni di volte un killer ha ucciso qualcuno. Non è stato uno tzunami, o una qualsiasi catastrofe ad uccidere gli ebrei a Babi Yar piuttosto giovani ragazzi che non hanno esitato ad uccidere” ha detto nel corso del suo intervento Patrick Desbois, direttore del Service national des évêques de France pour les relations avec le Judaïsme e consulente del Vaticano, Desbois è anche presidente dell’associazione Yahad-In Unum che conduce ricerche in Ucraina sulle vittime di religione ebraica.  “Considero Babi Yar un posto criminale” prosegue “Babi Yar memorial centre sta infatti cercando tutti i nomi, non solo quelli delle vittime, ma anche i nomi dei killer, perché le nuove generazioni devono essere educate a sapere” conclude Desbois.

     

    Altro interessante progetto didattico trattato nel corso dell’incontro è il “Red Dot Remembrance Project” un progetto che prende vita tramite lo smartphone. Si tratta di una piattaforma didattica online- uno strumento per preservare, studiare, ricercare la storia della Shoah.

     

    La base di tutti i progetti educativi sulla piattaforma è il crowdsourcing degli studenti. La partecipazione ai progetti si basa su un approccio di ricerca, lavorando con fonti primarie. Il progetto consentirà agli studenti di raccogliere, studiare e documentare in modo univoco la storia locale e regionale utilizzando i propri smartphone.

    Costruire nuovi modelli di insegnamento della storia e delle tragedie perpetrate durante la Shoah, è uno degli obiettivi più importanti del Babyn Yar Holocaust Memorial Center.

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