Skip to main content

Ultimo numero Settembre – Ottobre 2024

Scarica il Lunario 5784

Contatti

Lungotevere Raffaello Sanzio 14

00153 Roma

Tel. 0687450205

redazione@shalom.it

Le condizioni per l’utilizzo di testi, foto e illustrazioni coperti da copyright sono concordate con i detentori prima della pubblicazione. Qualora non fosse stato possibile, Shalom si dichiara disposta a riconoscerne il giusto compenso.
Abbonati







    Un recente studio israeliano sostiene l’efficacia del vaccino Pfizer-BioNTech anche in case affette da Covid

    Da un recente studio, ad opera di scienziati israeliani e francesi, è emerso che i vaccini COVID-19 sono efficaci anche negli ambienti più difficili, ad esempio all’interno di una casa in cui è presente un membro del nucleo famigliare infetto dal virus. La possibilità che ogni membro della famiglia venga infettato è diminuita dal 57% senza protezione vaccinale ad appena il 4% quando tutte le persone coinvolte hanno ricevuto entrambe le dosi del vaccino, hanno confermato lunedì gli autori della ricerca. Lo studio ha preso in esame solo i destinatari del vaccino Pfizer-BioNTech, secondo quanto riportato dal Time Of Israel.

    “Non esiste una prova più convincente dell’efficacia del vaccino di questa”, ha affermato il prof. Arnon Afek, vicedirettore dello Sheba Medical Center, che ha condotto la ricerca in collaborazione con l’Istituto Pasteur e la Sorbonne Université. Tra gli enti finanziatori dello studio due colossi assicurativi francesi: AXA e Groupama.

    Lo studio, che è stato pubblicato online ma non ancora sottoposto a revisione, ha coinvolto 215 persone che sono state infettate dal virus tra dicembre e aprile, e ha monitorato i modelli nelle loro famiglie, attraverso tamponi giornalieri per una settimana e mezzo. La ricerca ha rilevato che quando una persona non vaccinata veniva infettata, un membro della famiglia non vaccinato aveva una probabilità del 57% di contrarre il virus. La riduzione del rischio andava rafforzandosi, fino a una probabilità del 4% di infezione, quando sia la persona infetta che i conviventi avevano ricevuto il vaccino. Ma anche nella situazione in cui un membro della famiglia riceveva una sola dose, la riduzione del rischio di infezione andava scemando. Nell’ipotesi in cui la persona infetta non era vaccinata ma un suo parente si, un membro della famiglia non vaccinato aveva una probabilità del 17% di essere infettato. Quando invece una persona vaccinata contraeva il virus, i parenti non vaccinati avevano il 20% di possibilità di infezione. 

    La ricerca è stata condotta prima della variante Delta, ma il vicecapo dello Sheba Medical Center, che ha preso parte allo studio, definisce i risultati molto positivi per dimostrare quanto il vaccino possa indebolire il rischio di contagio del virus.

    “I risultati sono chiari e molto importanti: le persone vaccinate vengono infettate di meno” ha detto Afek al The Times of Israel. “Non abbiamo ancora ricerche simili per la variante Delta, ma questi rimangono comunque risultati importanti perché danno un’idea di come può funzionare il vaccino”, ha aggiunto.

    Gili Regev-Yochay, direttrice dell’Unità di epidemiologia delle malattie infettive di Sheba e ricercatore capo dello studio, ha affermato che i risultati sono importanti per sottolineare che i vaccini non solo proteggono i riceventi dal virus, ma li rendono meno infettivi per coloro che li circondano.

    CONDIVIDI SU: