“Per come la
vedo non c’è un punto interrogativo ma, devo dire, non c’è nemmeno un punto
esclamativo, anche se credo che grazie al nuovo governo questa sia la più
grande possibilità in un decennio di dare uno stimolo più positivo alle
relazioni tra Europa e Israele”. Lo ha detto Maya Sion-Tzidkiyahu, esperta in
materia di integrazione UE-Israele, alla conferenza ‘New government in
Israel, new opportunity for renewed dialog with the EU?’ organizzata da
EIPA.
Con l’esperto
Mihai Sebastian Chihaia e il portavoce israeliano
del Ministero degli Affari Esteri Lior Haiat si è discusso, inoltre, di come un
rinnovamento del dialogo potrebbe rafforzare le relazioni e ampliare la
cooperazione tra l’UE e Israele.
Il nuovo
governo israeliano è davvero unico per la sua eterogeneità, caratterizzata da
un vero e proprio mosaico di personalità appartenenti a partiti diversi. Lior
Haiat commenta tale peculiarità, dicendo che “il giorno dopo il giuramento del
nuovo governo è tradizione che tutti i ministri vadano alla residenza del
presidente per scattare la ‘foto di famiglia’, la foto di tutto il governo.
Quest’anno nell’immagine pressoché tutta o almeno la maggior parte della società
israeliana potrebbe vedere qualcuno che li rappresenta: che tu sia un
sostenitore di destra o uno di sinistra, uomo o donna, ebreo o arabo, o anche
se sei appartenente alla comunità LGBT c’è qualcuno con cui identificarti e ciò
non è solo unico, ma è l’essenza di una democrazia”
Yair Lapid,
Ministro degli Affari Esteri di Israele, nel discorso pronunciato il giorno
dopo il suo insediamento, ha detto “è tempo di cambiare, di migliorare, di
consolidare il dialogo tra Israele e l’Europa”. Sion-Tzidkiyahu, con il
suo intervento, riprende queste tre parole chiave. Afferma che confida in un
cambiamento di veicolazione, di atteggiamento e di tattica. Il nuovo governo
punterà su un rapporto molto più costruttivo e anche amichevole, distaccandosi
dall’inefficace ‘diplomazia del megafono’ utilizzata in passato e evitando la
tattica di ‘divario e bloccaggio’ che Netanyahu ha utilizzato fin dal 2016, imponendo
il veto ogni volta a un diverso Stato membro dell’UE.
Continua
ammettendo che “l’EU per Israele è e sarà più come un amico critico, anzi un
amico molto critico, ma sicuramente molto più un amico che un nemico”.
Il
miglioramento deve coinvolgere i meccanismi di dialogo e scambio di opinioni da
governo a governo ma soprattutto Sion-Tzidkiyahu ribadisce “spero che ci sarà
spazio per migliorare l’immagine dell’Unione europea nell’opinione pubblica
israeliana e voglio solo sottolineare che, ad esempio, secondo i sondaggi
annuali del 2020 sulle relazioni estere il 43 % degli israeliani percepiscono
l’UE più come rivale rispetto al solo 29 % che vede l’UE come un alleata di
Israele e questi sono stati i migliori risultati in tre anni”.
Infine,
Israele guadagnerebbe molto da un consolidamento delle relazioni attuabile
tramite la determinazione di una zona di libero scambio completa poiché l’UE
rappresenta il suo più grande partner commerciale.
A lungo tra
Israele ed Europa la discussione è stata prevalentemente politica ma Chihaia è
speranzoso che l’attenzione torni in campo economico affermando “nell’area
dell’innovazione l’UE ed Israele hanno un rapporto molto positivo con circa 25
anni di partecipazione israeliana ai programmi di ricerca dell’UE. Inoltre
Israele ha fatto parte del progetto ‘Horizon 2020’ e attualmente sta negoziando
per essere coinvolto nel prossimo dal 2021 al 2027”.
Il cambio di
governo rappresenta ora una nuova opportunità per portare nuovi interlocutori,
per nuovi scambi su una varietà di questioni e un maggiore impegno con un più
ampio dialogo politico ed economico.