È morta all’età di 96 anni, nell’ospedale ebraico di Amburgo, Esther Bejarano. Lei, sopravvissuta al campo di sterminio di Auschwitz, costretta dai nazisti a suonare in una macabra orchestra, si è sempre battura nella lotta contro l’antisemitismo e il razzismo. Ultimamente si era detta preoccupata per l’ascesa dell’estrema destra e dei movimenti neonazisti. L’annuncio della scomparsa arriva da Mereon Mendel, direttore dell’Anne Frank Educational Center di Francoforte, in Germania.
Era figlia di un cantore ebreo di Saarbruecken, nella Germania occidentale, è cresciuta in una casa piena di musica, e studiò pianoforte fino a quando i nazisti salirono al potere e distrussero la sua famiglia.
Fu deportata ad Auschwitz, dove divenne membro dell’orchestra femminile: era costretta a suonare la fisarmonica ogni volta che i treni carichi di ebrei provenienti da tutta Europa arrivavano al campo di sterminio.
Sopravvissuta all’inferno, Bejarano emigrò in Israele dopo la seconda guerra mondiale, ma tornò in Germania con suo marito nel 1960.
Lei dirà in seguito che la musica l’ha aiutata a tenersi in vita nel famigerato campo di sterminio nazista n Polonia, e anche negli anni successivi alla Shoah.
“Suonavamo con le lacrime agli occhi”, ha ricordato in un’intervista del 2010 all’Associated Press. “I nuovi prigionieri arrivavano salutandoci e applaudendoci, ma sapevamo che poi sarebbero stati portati direttamente alle camere a gas.”