Mentre si registra un aumento di episodi di antisemitismo in Europa e negli Stati Uniti, sul web il fenomeno si diffonde a macchia d’olio con l’indifferenza, che in questi casi diviene connivenza, dei giganti tra i social media.
E’ recente e più vicino a noi in termini territoriali il caso di Michela Murgia, che con una storia su Instagram ha detto fieramente di pensarla come i terroristi di Hamas in materia di Israele, sollevando numerose proteste. Ma quando si parla di tweet, post, o storie le distanze contano poco, e un post pericoloso, razzista e antisemita, può avere effetti devastanti.
Nei giorni scorsi Twitter ha lasciato che l’ex membro del Congresso degli Stati Uniti Cynthia McKinney, una veterana di teorie cospirazioniste, antisemite e antisioniste, pubblicasse e mantenesse sulla sua pagina un tweet con su scritto, sull’immagine delle torri gemelle in fiamme, “L’ultimo pezzo del puzzle”, “Sono stati i sionisti”.
Il tweet, che arriva a pochi mesi dal ventesimo anniversario dell’11 settembre 2001, insinua di nuovo la teoria cospirazionista, cavallo di battaglia degli antisemiti del ventunesimo secolo, secondo la quale gli ebrei erano a conoscenza o persino erano autori dell’attacco terroristico commesso da Al-Quaeda alle Torri Gemelle.
Comprensibilmente le reazioni delle istituzioni ebraiche nazionali non si sono fatte attendere: il CEO dell’AJC (American Jewish Committee) ha risposto con un tweet in cui scrive “Questa accusa del sangue – che cerca di trasferire la responsabilità dei 3000 morti da Al-Quaeda ai “sionisti” – è uno degli esempi più oltraggiosi che si possano immaginare di antisemitismo” e aggiunge “Nota bene: questo arriva da un’ex deputata del Congresso, di cui l’odio per Israele e per coloro che la sostengono non conosce limiti”.
Twitter ha risposto alla domanda sull’idoneità del tweet di McKinney descrivendolo come “un forte commento politico”. E dopo varie proteste, il gigante dei Social media ha ritenuto di rimuovere il tweet perché viola le sue regole. Ma poi è ricomparso, ed è tuttora lì. “Tweet come questi hanno conseguenze sulla vita reale per gli ebrei.” – ha spiegato Holly Huffnagle, direttore della lotta all’antisemitismo dell’AJC negli Stati Uniti – “Ogni attimo che Twitter consente all’antisemitismo di stare sulla sua piattaforma, si espongono gli ebrei in una situazione di pericolo”.