Carla Fracci, étoile di fama internazionale, è morta a Milano all’età di 84 anni. Riportiamo il ricordo del coreografo Mario Piazza, che con la grande ballerina aveva stretto un sodalizio artistico.
Carla Fracci è volata via. Voglio ricordare la grande artista e la nostra lunga collaborazione che è nata proprio al Teatro dell’Opera di Roma.
Nel 2001 fui invitato al Teatro dell’Opera di Roma per le Coreografie dell’Opera Lady in the dark” musica di K.Weill, quando dovevo definire il cast del balletto. In quell’occasione incontrai Carla Fracci che era Direttore del ballo e suo marito Beppe Menegatti regista appunto per definire i ruoli e il numero di danzatori da impiegare con il Maitre de ballate Ludovic Party che si sarebbe occupato delle lezioni e delle prove.
Ci trovammo subito d’accordo e si creò un’armonia incredibile basata sulla stima reciproca.
Lo spettacolo in effetti era un difficilissimo lavoro che coinvolgeva orchestra, danzatori, attori, cantanti, maestranze per circa 150 persone e con Raian Kabaivanska nel ruolo principale.
Carla assisteva ad ogni mia prova condotta dal M°Party insieme al marito Beppe. Alla fine del lavoro mi chiesero se ero disponibile per realizzare un nuovo progetto basato sull’Opera da tre soldi di B.Brecht e la musica di K.Weill con protagonista Carla Fracci.
Accettai con tanto entusiasmo e lo spettacolo ebbe un successo incredibile, tanto che dovettero prolungare le repliche e riprogrammarlo l’anno dopo.
Da quel momento iniziò una collaborazione durata sino ad ora.
Proprio adesso avevamo in programma delle Master Class di Danza Classica e Repertorio con Carla Fracci e Ludovic Party.
Sarà difficile, ma dobbiamo continuare. Il suo insegnamento rimarrà nella mente e nel cuore. A suo marito e a Carla Fracci devo una visione del Teatro che parte dalla Tradizione e si proietta verso innovazione e futuro.
Quando definimmo il ruolo di Jenny in “Dio salvi la Regina “cercammo di definire il contesto, le atmosfere, i personaggi che ruotavano attorno al mondo Brechtiano dell’Opera da tre soldi basandoci sulla “The beggar’s Opera”, commedia satirica di John Gay a cui lo stesso Brecht si ispirò.
Ricordo con dolcezza le innumerevoli prove per tutti i nostri progetti coreografici, da quello sul “Futurismo” ai Gala e Performance fatte in numerosi Festival.
Mi mancheranno le riunioni per decidere e creare il progetto drammaturgico e coreografico tra mille bozzetti, programmi musicali e questa freschezza creativa che ci permetteva di essere sempre in sintonia.
Al maestro Beppe Menegatti, alla famiglia, a Barbara, agli affetti, ai suoi collaboratori, al pubblico, Il mio abbraccio.
Un grande applauso. Alziamoci in piedi.