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    Antisemiti sotto mentite spoglie

    Gelsenkirchen è una cittadina della Vestfalia in Germania, che non registra storicamente una presenza ebraica continua prima dell’800, e anche all’inizio del ventesimo secolo aveva raggiunto appena ca. 1100 anime,ma con una grande sinagoga officiata dagli ebrei riformati. La consolidazione numerica e sociale della comunità avvenne poco prima della presa di potere di Hitler e fu annientata seguendo il destino orribile di molte altre nei campi di concentramento. Dopo la shoah la sinagoga venne ricostruita solo nel 1958, come centro di una sparuta comunità di ebrei. Essi furono oggetto di attacchi individuali antisemiti già nel passato, ma adesso Gelsenkirchen è nella cronaca per una consistente manifestazione avvenuta il 12 Maggio scorso con urla di Scheissjuden e Kindermöder Israel  (“Israele, assassini di bambini”). I manifestanti sventolavano bandiere palestinesi, turche, algerine. Sono arrivati in gruppo di circa 180 persone davanti alla sinagoga, osteggiati da poliziotti esterrefatti che non credevano alle loro orecchie.Il 14 maggio una ben nutrita folla di cittadini si è riunita davanti alla sinagoga per dimostrare il proprio appoggio, sostegno e conforto alla comunità ebraica.  

    Non è il solo episodio violento avvenuto in questi giorni. Leggendo la stampa tedesca si ha un’immagine poco rassicurate. Cito  lo Spiegel, da cui ho attinto le notizie seguenti. A Münster i manifestanti hanno bruciato una bandiera israeliana davanti alla sinagoga, e a Bonn, dei giovani hanno lanciato pietre contro la vetrata di un luogo di culto ebraico. A Würzburg, uno sconosciuto ha strappato la bandiera israeliana dal palo di fronte all’ufficio del distretto e l’ha fatta a pezzi. Nella capitale berlinese, la situazione si è aggravata dopo una manifestazione pro-palestinese a Berlino-Neukölln. Manifestanti e forze dell’ordine si sono scontrati. I dimostranti hanno bloccato la strada e  lanciato pietre e bottiglie contro la polizia. Sedici agenti sono stati feriti e dieci di persone sono state arrestate. Ad Hannover, una chiamata anonima ha minacciato di incendiare i luoghi della comunità ebraica. L’elenco potrebbe essere esteso. 

    L’attuale guerra di Israele contro Hamas ha ridestato o rinsaldato l’astio contro gli ebrei, un alibi politico per gli antisemiti per non farsi riconoscere come tali, ma facendo alleanza con islamisti radicali. La situazione è preoccupante. Un documento federale del 2014 parlava di 573 atti violenti nei confronti di ebrei o istituzioni ebraiche, in relazione, più o meno diretta, con il conflitto israeliano-palestinese.  Nel 2020 sono già diventate 2351, anche a causa delle dimostrazioni contro le misure provocate dalla pandemia del COVID-19. Gli ebrei sono additati come facenti parte della lobby che ne avrebbe solo tornaconto. Il governo tedesco federale e regionale, delle Länder, è stato duro contro gli attacchi antisemiti recenti. Dall’inizio della guerra ad oggi, in pochissimi giorni, si son moltiplicate le prese di posizione di quasi ogni ministero e responsabile stampa e di partito, e il ministro federale dell’interno Seehofer ha minacciato misure draconiane.

    La comunità ebraica  ha timore di attacchi molto più mirati e terroristici, che non sono solo da ricondurre a gruppi arabi e musulmani, ma anche e forse soprattutto a simpatizzanti che usano la guerra attuale come scintilla per riaccendere il combustibile dell’inveterato odio contro gli ebrei. Sono tuttavia piccoli gruppi e la maggioranza tedesca non solo è contraria, ma si vergogna di assistere a questi atti vandalici e terroristici. A parte le manifestazioni di solidarietà, bisognerebbe far di più, come ha criticato la presidente della comunità ebraica di Monaco, Charlotte Knobloch che vede nell’ascesa del partito radicale di destra, Alternative für Deutschland, uno dei pericoli di estremismo, ma anche nella crescita di attacchi antisemitici in internet, un veleno che si diffonde celermente. Molti giovani ebrei, afferma la Knobloch, stanno pensando seriamente di lasciare la Germania.

    Anche se sono sparuti gruppi, sono in continua ascesa. Internet ha dato loro una piattaforma facile dove iniettare il proprio veleno. Ed è un nuovo antisemitismo che usa tattiche antiche perché dà indiscriminatamente la colpa agli ebrei di ogni elemento stimato contrario a se stessi e al proprio concetto di libertà e nazione. La loro posizione la chiamano giustificata critica di Israele, ma attaccano gli ebrei in Europa, la denominano difesa della libertà di opinione, ma non accettano altri modi di pensiero. Si ergono a paladini della lotta per la libertà ed invece lottano verbalmente e fisicamente contro ogni presenza e istituzione ebraica. Affermano che non è antisemitismo insinuando che gli ebrei abusino del termine, usandolo  come “Moralkeule” (la clava della morale) contro i tedeschi, a causa del passato. Censurano chi li invita ad una visione più realista della causa medio-orientale, accusandoli di sionismo. È il nuovo antisemitismo, che usa la tattica ben conosciuta di far la vittima essendo carnefice, di accusare di violenza gli altri violentandoli e di vendere come verità la loro falsità, tacciando gli altri di menzogna. Vino nuovo in otri vecchi, oppure una nuova forma di razzismo e antisemitismo a larga fascia?

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