FRANCIA – La corte di cassazione ha confermato la sentenza secondo cui Kobili Traore non può essere processato per l’omicidio di Sarah Halimi avvenuto nel 2017.
I parenti della donna parigina hanno infatti hanno perso il loro ultimo appello che puntava a far avviare un processo a carico di Traore, il vicino di casa della vittima, che prima di buttarla giù brutalmente dalla finestra l’aveva presa a pugni e ricoperta di insulti antisemiti. A “scagionarlo” sarebbe il fatto che l’omicida fosse drogato di marijuana al tal punto da non essere penalmente responsabile delle sue azioni.
La vicenda riaccende l’attenzione sulla Francia in materia di odio antiebraico, e come spiegano i vertici delle istituzioni ebraiche, di come il paese affronta i casi di antisemitismo.
Il CRIF, l’istituzione che raggruppa le comunità ebraiche francesi, ha definito la sentenza un errore giudiziario: il presidente Francis Kalifat ha denunciato che «da adesso nel nostro paese possiamo torturare ed uccidere ebrei restando impuniti. I rappresentanti del BNVCA (Ufficio nazionale francese di vigilanza contro l’antisemitismo), hanno affermato di «non avere più piena fiducia che i crimini d’odio antisemita in Francia siano gestiti correttamente». «E’ un brutto segnale per gli ebrei francesi» ha commentato l’avvocato degli Halimi Muriel Ouknine Melki.