Capita sempre più spesso che giornalisti, scienziati, politici e personaggi pubblici trattino il tema della vaccinazione contro il Covid-19 in Israele sottolineando il mancato coinvolgimento della popolazione palestinese. Il tema si presta a essere strumentalizzato fino a diffondere una vera e propria fake news. La realtà infatti è ben diversa.
Il tema della Sanità nei Territori Palestinesi, regolato dall’allegato 3, articolo 7 degli Accordi di Oslo firmati nel 1995 tra Israele e ANP, è assegnato alla competenza del Ministero della Salute Palestinese, che quindi si deve far carico anche della campagna vaccinale in questione. Nel medesimo testo, si invitano altresì le due parti a cooperare nella lotta contro le pandemie, cosa che sta effettivamente avvenendo, a dispetto di alcune ingiuste accuse: Israele, infatti, da un punto di vista pratico ha agevolato il trasferimento dei vaccini e delle attrezzature mediche, mentre dal punto di vista istituzionale ha realizzato una convergenza testimoniata dalla visita a Ramallah del mese scorso del Direttore Generale del Ministero della Salute Hezi Levi accompagnato da una delegazione per discutere del tema.
L’approvvigionamento di dosi da parte palestinese è ben documentato da un articolo pubblicato il 17 marzo scorso sul “Jerusalem Post” che riporta l’arrivo di 60.000 dosi di vaccino COVAX, sebbene un rapporto dell’OMS conteggi solo 9.646 palestinesi vaccinati attraverso i servizi sanitari palestinesi tra Cisgiordania e Gaza. La più grande campagna di vaccinazione fino ad oggi per i palestinesi è stata quindi impostata da Israele, che prevede di vaccinare con il vaccino Moderna 120.000 lavoratori impiegati all’interno dello Stato d’Israele o negli insediamenti della Cisgiordania. Circa 90.000 di questi palestinesi sono già stati vaccinati con la loro prima dose attraverso un programma organizzato da COGAT, il Ministero della Salute e Magen David Adom. Inoltre Israele ha trasferito 5.000 vaccini all’Autorità Palestinese per la vaccinazione del personale medico.
L’ANP può contare anche su 60.000 dosi del vaccino Sputnik inviate dagli Emirati Arabi Uniti a Gaza, 20.000 arrivate a febbraio e 40.000 la scorsa settimana. La Russia ha poi donato separatamente 10.000 dei suoi vaccini Sputnik all’Autorità Palestinese. In aggiunta a questi, l’Autorità Palestinese dovrebbe ricevere altre 100.000 dosi del vaccino cinese Sinopharm entro la fine mese.
In breve, l’ANP si deve muovere autonomamente e lo sta facendo con ritardi e qualche inefficienza. Da parte sua, Israele ha collaborato sin dall’inizio della pandemia con l’ANP, contribuendo anche alla vaccinazione di parte della popolazione palestinese, con particolare riferimento ai lavoratori pendolari dai Territori.