A concludere la lunga agenda di eventi della Comunità Ebraica di Roma per la Giornata Della Memoria, ieri sera si è tenuto un evento in presenza al quartiere Eur; per questa occasione, il Palazzo dei Congressi si è trasformato in un videomapping monumentale, dedicato alla memoria delle vittime della Shoah.
Promossa da Eur Spa, con il patrocinio di Roma Capitale, in stretta collaborazione con la Comunità Ebraica di Roma e con il Dipartimento di Cultura Ebraica, l’iniziativa prevede l’animazione della facciata del Palazzo dei Congressi dalle 19:00 alle 24:00, con video e immagini fotografiche, concesse dalla Fondazione Museo della Shoah, di donne, uomini e soprattutto bambini di famiglia ebraica, che furono deportati ad Auschwitz e mai tornarono, arricchite con frasi di Primo Levi, Piero Terracina, Ugo della Seta, Simon Wiesenthal, Hanna Arendt, Liliana Segre, Jean-Luc Godard, Italo Calvino e Ray Bradbury.
Ad aprire la serie di immagini, la frase di Primo Levi “L’Olocausto è una pagina del libro dell’Umanità da cui non dovremmo mai togliere il segnalibro della memoria”, accompagnata dall’immagine dei roghi dei libri considerati contrari allo spirito tedesco; a concluderla i disegni di Aldo Gai sul rastrellamento nazifascista avvenuto il 16 ottobre del 1943 nel Ghetto di Roma, gentilmente concessi dalla famiglia Gai.
Alla raccolta cerimonia hanno preso parte la Presidente della Comunità Ebraica di Roma Ruth Dureghello, la Sindaca di Roma Virginia Raggi, il Presidente della Fondazione Museo della Shoah di Roma Mario Venezia, il Presidente di Eur Spa Alberto Sasso e l’Amministratore delegato di Eur Spa Antonio Rosati.
“Quando si pensa all’Eur, si pensa ad un luogo simbolo di ideologia, perché tutto quello che ci circonda adesso è nato per propagandare e diffondere il male”, ha detto la Presidente Dureghello, “ma questi sono luoghi che hanno fatto la storia, ma oggi nel Giorno della Memoria dimostriamo che questa storia si può riempire di valori differenti. I valori che non vogliamo vedere bruciati, i valori che vogliamo invece far fiorire”.