Sedici anni dopo l’elezione di Abu Mazen presidente dell’Autorita’ nazionale palestinese (Anp) e 15 anni dopo le consultazioni politiche che hanno visto trionfare Hamas, il leader palestinese ha annunciato le date per le nuove elezioni. Il 22 maggio si terranno le elezioni per i membri del Consiglio legislativo palestinese (il parlamento dell’Anp), il 31 luglio quelle per il presidente dell’Autorita’ nazionale e, un mese dopo, quelle per i membri del Consiglio nazionale, che e’ l’organo legislativo dell’Organizzazione di Liberazione della Palestina (Olp).
L’annuncio della data delle elezioni non cancella però la diffidenza e sono molti gli analisti a non credere che le elezioni si terranno. Hamas non crede fino in fondo che Abu Mazen rispetti l’impegno e molti esponenti di Ramallah non credono che Hamas sia in grado di tenere elezioni democratiche a Gaza. Inoltre c’e’ il problema di Gerusalemme Est, perche’ Israele non permette si faccia politica ma un voto senza quella parte della Citta’ Santa non sarebbe possibile. Incerte anche le candidature e gli esiti. Recenti sondaggi, danno Fatah al 38% e Hamas al 34%. Per le presidenziali il 50% dei palestinesi preferirebbe Ismail Haniyeh, il leader di Hamas, alla guida del Paese e il 43% voterebbe di nuovo per Abu Mazen. Non si sa se l’attuale presidente si candidera’ di nuovo e altri nomi, ovviamente, cominciano a circolare. A cominciare da quello di Jibril Rajoub, molto popolare anche perche’ e’ il presidente della federazione gioco calcio della Palestina. Jobril Rajoub, per anni detenuto in Israele, ha imparato l’ebraico ed e’ amico di Saleh al-Arouri, vice capo di Hamas, con il quale ha trascorso molti anni nelle carceri israeliane. Quest’ultimo aspira a prendere il posto di Ismail Haniyeh a capo del movimento di Gaza. Rajoub ha inviato dei segnali distensivi ad un altro potenziale candidato, Mohammad Dhalan, suo vice ai tempi dei colloqui che portarono agli accordi di Oslo, che vive in esilio volontario negli Emirati Arabi Uniti dopo essere stato condannato nei Territori per accuse mosse da Abu Mazen. Dahlan, che e’ indicato come l’uomo dietro gli Accordi di Abramo, circostanza che non ha smentito, e’ nato in un campo profughi di Gaza ed dopo essere diventato uno dei maggiorenti di Fatah, e’ stato a capo della forza di sicurezza preventiva di Gaza durante gli accordi di Oslo, contando su oltre 20.000 uomini e avendo, ovviamente, contatti con le intelligence di mezzo mondo, in particolare israeliana e americana. Alla fine degli anni ’90, e’ cominciata la sua parabola discendente, con l’accusa di essersi appropriato di enormi quantita’ di soldi delle tasse. Ha contrastato politicamente Arafat chiedendo piu’ trasparenza e alla fine e’ stato accusato da Abu Mazen di aver avvelenato l’anziano leader. Con il colpo di stato di Hamas a Gaza, ha perso gran parte dei suoi poteri, anche se pare abbia avuto un ruolo nell’organizzare un piano degli americani, per rovesciare Hamas. Sia gli Usa sia l’Unione europea lo hanno sempre visto come il successore naturale di Abu Mazen, tanto che fu chiesto da alcuni governi la sua ufficiale nomina a vice. Ma nel 2011 Abu Mazen uni’ alle accuse di frode quelle per l’uccisione di Arafat, tanto da spingerlo a scappare prima in Giordania e poi negli Emirati Arabi Uniti. Fu condannato in cotnumacia ad alcuni anni di carcere e alla restituzione di somme. Nei giorni scorsi, Dahlan e’ stato anche pubblicamente ringraziato da Hamas per aver girato a Gaza fondi propri e aiuti da Abu Dhabi. Non solo: in uno dei media che possiede, ha diffuso un documentario nel quale accusa Abu Mazen non solo di aver condannato Fatah alla sconfitta e di aver dimenticato il popolo palestinese ma anche di essersi appropriato di piu’ di 2 miliardi di dollari, oltre ad aver attentato alla sua vita.
Le prime elezioni presidenziali palestinesi si tennero nel 1996 e videro la vittoria schiacciante di Yasser Arafat contro il suo unico rivale Samiha Khalil. Successive elezioni si tennero nel 2005, un anno dopo la morte del leader palestinese, e Abu Mazen vinse contro altri sei contendenti. Da allora, nonostante il suo mandato sia scaduto nel 2009 e nonostante abbia piu’ volte detto di voler convocare elezioni, l’ottuagenario presidente palestinese e’ rimasto sempre al suo posto, prolungando il suo mandato. Le ultime elezioni parlamentari invece si tennero a gennaio del 2006 e video Hamas superare Fatah. Un anno dopo, Hamas con un colpo di stato prese il controllo di Gaza, causando da un lato il confinamento della Striscia da parte di Israele, dall’altro l’isolamento e l’embargo da parte dell’Anp. In questi anni, diverse volte i due gruppi palestinesi si sono riconciliati e hanno annunciato un accordo sulle elezioni, ma senza conseguenze. Nel 2019, parlando all’assemblea dell’Onu, Abu Mazen aveva annunciato che avrebbe tenuto le elezioni in Palestina presto, altra promessa caduta nel vuoto, fino all’accordo raggiunto dalle parti nello scorso settembre in Turchia.