“Alla
Risiera di San Sabba il ricordo del
piccolo Sergio De Simone, cugino delle sorelle Bucci. Vittima
dell’orrore della Shoah e della follia nazista”. Lo ha scritto in un tweet
il sindaco di Roma, Virginia Raggi, che in questi giorni sta svolgendo il
Viaggio del Ricordo in Friuli Venezia-Giulia assieme a un gruppo di studenti
romani.
Sergio De
Simone nacque a Napoli il 29 novembre 1937. Il padre, Eduardo De Simone,
cattolico, era sottufficiale nella Marina Militare Italiana; la madre, Gisella
Perlow, era di religione ebraica.
Durante la
guerra, con il marito lontano per il servizio militare, Gisella e il bambino
decidono nell’agosto del 1943 di trasferirsi a Fiume, per sfuggire ai sempre
più frequenti bombardamenti. Ma dopo l’8 settembre 1943, la zona di Fiume cade
direttamente sotto la sovranità del Reich. Il 21 marzo 1944, istruiti da un
delatore, i tedeschi si presentano a casa Perlow e vi arrestano 8 componenti
della famiglia inclusi Gisella, il piccolo Sergio (6 anni), e le cuginette
Andra e Tatiana Bucci di 6 e 4 anni. Queste ultime sarebbero state le più
piccole superstiti italiane del campo di sterminio di Auschwitz.[2]
La famiglia
Perlow viene portata al campo di concentramento della Risiera di San Sabba e
subito unita al gruppo di deportati che il 29 marzo partono per Auschwitz. Dopo
sei lunghi giorni di viaggio il convoglio T25 giunge a destinazione. La madre e
il bambino superano la prima selezione e Sergio è assegnato assieme alle cuginette
nella “Baracca dei bambini.” Nel novembre 1944 Sergio è scelto dal
dott. Joseph Mengele tra i venti bambini (10 maschi e 10 femmine) da inviare al
campo di concentramento di Neuengamme, per essere messi a disposizione come
cavie umane per gli esperimenti sulla tubercolosi del dottor Kurt Heissmeyer.
Nella notte
tra il 20 e il 21 aprile 1945, qualche giorno prima della fine della guerra,
Sergio e gli altri bambini furono trasferiti nella scuola amburghese di
Bullenhuser Damm. A Sergio e agli altri bambini fu iniettata una dose di
morfina e furono quindi impiccati alle pareti della stanza.