È venuto a mancare ieri Tullio Perlmutter, per oltre dieci anni segretario della Comunità Ebraica di Roma, tra la metà degli anni ‘70 e gli anni ‘80.
In un ruolo chiave nella gestione della Comunità, Tullio Perlmutter fu uno dei più stretti collaboratori del rabbino capo Elio Toaff, in anni difficilissimi per il Paese segnati dal terrorismo e per la stessa Comunità ebraica difronte ad un ritorno violento dell’antisemitismo. Gli ebrei italiani si trovarono a doversi confrontare con una classe politica italiana partigiana che da una parte ignorava le ragioni della sicurezza di Israele e dall’altra vergognosamente sosteneva la causa palestinese, facendo finta di non vedere che il terrorismo palestinese colpiva civili inermi, fuori e dentro Israele. Nel suo ruolo di segretario della Comunità, Perlmutter fu tra i protagonisti delle drammatiche giornate che anticiparono e seguirono l’attentato alla sinagoga di Roma, il 9 ottobre 1982, in cui fu ucciso il piccolo Stefano Gaj Tachè.
Solo pochissimi partiti politici dell’epoca seppero tenere una posizione di grande equilibrio dichiarandosi apertamente in difesa dello Stato ebraico, far questi partiti su tutti ebbe grande merito il Partito Repubblicano guidato in quegli anni prima dal segretario Ugo La Malfa e poi da Giovanni Spadolini (che nel 1981, prima volta per un non democristiano, fu nominato presidente del Consiglio dei ministri).
In anni in cui era difficile dichiararsi sionista, Tullio Perlmutter non nascose mai il suo attaccamento culturale ed ideologico, oltre che politico, al destino di Israele. Fu quindi naturale per Perlmutter, al termine della sua esperienza comunitaria, assumere un impegno politico nel partito Repubblicano che più di altri era in sintonia con i suoi ideali, lavorando per alcuni anni nella Segreteria di Oscar Mammì, all’epoca ministro per i Rapporti con il Parlamento.
Questa esperienza fu anche utile alla realizzazione di saggio, scritto insieme a Dario Coen, “Dalla parte di Israele: selezione di articoli pubblicati da La Voce repubblicana dal 1948 al 1985”.
“In Tullio Perlmutter – ricorda Dario Coen – trovai un grande sostegno e nonostante la differenza di età, il suo aiutò fu fondamentale nel permettermi di dare vita al Movimento Culturale Studenti Ebrei, che tanto avrebbe poi caratterizzato la vita politico/culturale della Comunità ebraica tra gli anni ‘80 e la fine degli anni ‘90”.
Terminata l’esperienza politica, Perlmutter svolse una lunga attività privata, rimanendo però sempre un grande sionista. La redazione di Shalom, insieme alla Comunità ebraica, esprimono il loro cordoglio alla famiglia.