Il Comune di Santa Teresa Gallura (Ss), in riferimento alla vicenda del festival Musica sulle Bocche e alle parole del suo direttore artistico Enzo Favata (“…la politica di Musica sulle Bocche boicotta qualsiasi artista israeliano o sionista”) ha annullato la 19esima edizione del festival che si svolge ogni anno nella città gallurese. “Il festival internazionale Musica sulle Bocche – spiega il Sindaco Stefano Pisciottu in una nota – è patrimonio della comunità di Santa Teresa. Convinti di questo, il 20 febbraio, in un incontro tecnico si stavano definendo i termini della nuova convezione biennale. Ma dopo pochi giorni l’Amministrazione è venuta a conoscenza della frase ‘…e comunque la politica di Musica sulle Bocche boicotta qualsiasi artista israeliano o sionista’ scritta da Enzo Favata in risposta a una richiesta di partecipazione da parte di Eyal Lerner. Posizione del direttore – spiega il sindaco teresino – che noi tutti ignoravamo”. A causa di questa vicenda, denunciata da Mario Carboni, presidente dell’Associazione ‘Sardos Pro Israele‘ e anticipata dall’Adnkronos, Santa Teresa di Gallura “è comparsa in diversi articoli della stampa nazionale e internazionale, quale luogo in cui si tiene un festival che discrimina ‘qualsiasi artista israeliano‘. Tanti sono stati i messaggi, le lettere e i commenti – prosegue Pisciottu – che hanno portato la giunta a sospendere qualsiasi atto che riguardi Musica sulle Bocche”. La discussione è stata affrontata dalla maggioranza e dal consiglio comunale, dove sono state condannate fermamente le parole di Favata. Nei giorni a seguire il direttore del festival “ha cercato goffamente di rimediare all’ormai irrimediabile incidente provocato dalle sue parole”, insistendo sul fatto che “fosse una conversazione privata e che la frase è stata fraintesa”.
L’Amministrazione di Santa Teresa “si è trovata quindi coinvolta in una questione, quella arabo-israeliana, così complessa e fuori dai suoi compiti istituzionali – spiega Pisciottu – mentre la sua unica e fondamentale prerogativa è quella di tutelare l’interesse collettivo e l’immagine di Santa Teresa. Enzo Favata, parlando in qualità di direttore artistico del nostro Festival – prosegue il Sindaco – deve prendersi la responsabilità delle sue affermazioni e le conseguenze che ne sono scaturite. Oltre l’aspetto etico, che delinea una grave emarginazione nei confronti di artisti israeliani, ha intaccato l’immagine di una delle località turistiche più rinomate nel mediterraneo, immagine per la quale si investono risorse pubbliche e private importanti”.
Il Comune di Santa Teresa, “suo malgrado”, ha sospeso, dopo 18 anni, il festival “per evitare il rischio di essere accusato quale luogo in cui non solo non vengono condannati atti discriminatori, ma anzi vengono finanziati con soldi pubblici. La decisione non è stata facile, tant’è che la discussione si è protratta per diversi giorni, ma è stata necessaria e inevitabile. Non prendere questa decisione significava sottoscrivere quelle parole ignobili e siamo convinti che qualsiasi amministrazione avrebbe difeso l’interesse generale e collettivo del proprio paese in simili circostanze”. L’amministrazione comunale rinnova “la vicinanza e solidarietà a chi in qualche maniera è stato toccato da queste parole che non lasciano adito ad interpretazioni personali. Faremo in modo – conclude il sindaco Stefano Pisciottu – che da questa vicenda possa nascere un momento d’incontro tra popoli e culture diverse, attraverso la musica ed altre espressioni artistiche, per riaffermare ancora di più lo spirito di rispetto e accoglienza che caratterizza la nostra comunità”. (Coe/Adnkronos)