Le testimonianze di chi è ancora qui e i silenzi
di chi non lo è più. Da questi due opposti prende forma il libro di Israel
Cesare Moscati. Vi sono quattro tipi di persone: chi tace perché non vuole
parlare, chi tace perché non ha più la possibilità di farlo, chi ricorda perché
non può fare altrimenti, essendo la trasmissione del passato il proprio
compito, e chi si riconosce come Figlio della Shoah e dunque portavoce della
Memoria. Un mondo che non dimentica. La Shoah è un’opera corale, nata
dalla raccolta di numerose lettere indirizzate negli anni a Israel Cesare
Moscati da varie parti del mondo. Sarebbe sbagliato dire che è solo questo: è
anche altro. Questo libro, nato per dare senso a un passato che sembra esserne
privo, è scaturito da un bisogno tutto umano e individuale di comprensione che
solo poi ha assunto una forma polifonica. È un modo come un altro per fare i
conti con il passato, un lutto mai elaborato, come recita il titolo del
documentario da lui realizzato nel 2014. Perdonare e comprendere è forse
impossibile ma tentare è doveroso. Questo libro ce lo ricorda.