Skip to main content

Ultimo numero Settembre – Ottobre 2024

Scarica il Lunario 5784

Contatti

Lungotevere Raffaello Sanzio 14

00153 Roma

Tel. 0687450205

redazione@shalom.it

Le condizioni per l’utilizzo di testi, foto e illustrazioni coperti da copyright sono concordate con i detentori prima della pubblicazione. Qualora non fosse stato possibile, Shalom si dichiara disposta a riconoscerne il giusto compenso.
Abbonati







    Netanyahu a casa dei fratelli Coen: giovani italiani emigrati a Tel Aviv

    Non è cosa da poco offrire un caffè – rigorosamente espresso –
    al capo del governo che ti fa visita a casa. E’ capitato a due giovani
    italo-israeliani, emigrati da poco in Israele, Daniel e Michael Coen che ieri
    hanno accolto nel loro piccolo appartamento a Tel Aviv, il premier Benjamin Netanyahu. A
    fare gli onori di casa, oltre ai due ragazzi anche i loro genitori, Dario e
    Veronica, che hanno voluto raccontare la loro storia, il rapporto che gli ebrei
    italiani hanno con lo Stato di Israele, le difficoltà ma anche le grandi sfide
    che ogni immigrato deve affrontare nella scelta di vivere in Israele.

    “Avrei voluto far sapere a tutti e condividere con gli amici la
    decisione di Netanyahu di farci visita alla vigilia della festa di Purim – ha spiegato
    a Shalom, Dario Coen – ma precise procedure di sicurezza mi hanno imposto di
    tenere riservata questa notizia”. “Con Netanyahu – prosegue Dario Coen –
    abbiamo parlato delle difficoltà dei ragazzi immigrati e dei haylim bodedim (i
    soldati che svolgono il servizio militare senza famiglia) e Netanyahu ha voluto
    raccontarci la sua analoga esperienza, anche lui soldato con la famiglia all’estero”.

    “Ci siamo salutati con un ciao – ha concluso Dario – .Io gli ho
    promesso che, se verrà in Italia la prossima volta, gli farò assaggiare la ‘pizza
    di Boccione’ (famosa pasticceria romana del quartiere ebraico) e gli farò
    conoscere la mia terza figlia, Ghila, attualmente a Roma”. Quindi più che un
    saluto è stato un arrivederci, perché Netanyahu ha ammesso: “l’Italia è la mia
    seconda casa”. 

    CONDIVIDI SU: