“É necessaria l’attenzione verso attività di educazione e informazione, che devono essere assicurate alle nuove e alle future generazioni. Ci sono centinaia di episodi che devono essere ancora analizzati e tramandati. Ogni contributo che va verso questo risultato è un successo per l’Italia e per la comunità internazionale. “
Con le parole del Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati si è aperto il convegno “Le deportazioni nazifasciste: per la giustizia e contro l’ambiguità”. Tenutosi nella Sala Koch di Palazzo Madama, a Roma e moderato dal Presidente di sezione della Corte di cassazione Domenico Gallo, l’incontro è servito per analizzare le responsabilità tedesche per i crimini di guerra commessi, affrontando la questione dell’immunità statale e dei risarcimenti dovuti alle famiglie. Gli interventi di grandi esperti quali sono il Presidente emerito della Corte costituzionale Giuseppe Tesauro, il Professore all’Università Milano-Bicocca Tullio Scovazzi e il Magistrato e promotore dell’evento Luca Baiada, sono serviti a dare un taglio giuridico e analitico alla questione: sono state esaminate sentenze, procedure e sono state raccontate le vicende che hanno preceduto e succeduto i vari processi.
Nel mezzo, l’intervento della Senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta alle persecuzioni di Auschwitz-Birkenau, che ha raccontato parte della propria esperienza soffermandosi sull’importanza del tramandare il messaggio della Memoria:
“Il razzismo non è più nell’armadio della vergogna, ma fuori, all’aperto. Ora dà fastidio anche una pietra d’inciampo, una tomba per chi una tomba non ce l’ha. Temo molto che morti tutti prima ci sarà una riga in un libro di storia, poi non ci sarà neanche quella. Il contrario di agire con indifferenza è fare una scelta. Se l’umanità avrà il coraggio di fare una scelta, ci sarà speranza per tutti.”
Terminato l’evento, i partecipanti hanno avuto la possibilità di parlare direttamente con gli intervenuti. Una cospicua folla si è presentata davanti alla Segre. Chi le ha consegnato dei libri, chi l’ha abbracciata, chi commosso l’ha definita “un inno alla vita, una forza della natura”. Forse una flebile speranza c’è.