Rabbini e parroci insieme nella promozione di vie di dialogo e pace con tutti. La proposta è arrivata dal Papa nel corso dell’udienza ai partecipanti all’incontro per commemorare il 50esimo della scomparsa del cardinale Agostino Bea promosso dal Centro ”Cardinal Bea” per gli studi giudaici in collaborazione con il Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, il Pontificio Istituto Biblico e il ‘Center for the Study of Christianity’ dell’Università ebraica di Gerusalemme. Il Papa, rivolgendosi in modo speciale ai docenti ebrei, a quelli dell’Università ebraica di Gerusalemme e agli altri coinvolti nel Centro, ha osservato: “Voi insegnate in un ambiente dove la vostra presenza rappresenta una novità ed è già di per sé un messaggio. Come, infatti, introdurre a un dialogo autentico senza una conoscenza dal di dentro?” “Il dialogo va portato avanti a due voci, e la testimonianza di docenti ebrei e cattolici che insegnano insieme vale più di tanti discorsi – ha osservato il Papa -. Finora il dialogo ebraico-cristiano si è spesso svolto in un ambito riservato piuttosto agli specialisti. L’approfondimento e la conoscenza specifici sono essenziali, ma non bastano: accanto a questo sentiero occorre imboccarne un altro, più ampio, quello della diffusione dei frutti, perché il dialogo non rimanga appannaggio di pochi, ma diventi opportunità feconda per molti”. “L’amicizia e il dialogo fra ebrei e cristiani sono infatti chiamati a oltrepassare le frontiere della comunità scientifica”, ha osservato il Papa che poi ha fatto la sua proposta. “Sarebbe bello, ad esempio, che nella stessa città rabbini e parroci lavorassero insieme, con le rispettive comunità, al servizio dell’umanità sofferente e promuovendo vie di pace e di dialogo con tutti. Spero che il vostro impegno, la vostra ricerca e i legami personali fra cristiani ed ebrei producano il terreno fecondo per mettere radici di ulteriore comunione”, ha concluso. (Dav/AdnKronos)