“Tikkun o la vendetta di
Mende Speismann per mano della sorella Fanny” è il titolo impegnativo e
prolisso del nuovo libro firmato Yaniv Iczkovits.
1894, anno di pogrom e vessazioni
sui confini dell’impero russo. Mariti e padri di famiglia abbandonano mogli e
figli per cercare fortuna in America e altrove. Tra le donne cui tocca questa
sorte miserabile c’è Mende, rimasta sola con molti figli cui badare. La sorella
Fanny si incammina alla volta di Minsk per strappare al cognato la firma del
divorzio, unico strumento in grado di riscattare Mende dalla condizione di
agunot, donna prigioniera di un matrimonio fallito. Fanny è una ragazza…
particolare, una shochechet, una macellaia rituale. Il padre, anch’egli shochet
le regalò dopo il bat mitzvà il primo coltello da macellazione, messo al chiodo
con la nascita dei cinque figli. Il viaggio rocambolesco di Fanny alla volta
dell’impero russo di fine Ottocento incomincia, e qui una serie di incontri
fortuiti e di avventure l’aspettano. Iczkovits, autore appassionato del XIX
secolo con un dottorato in Filosofia alla Columbia University e una carriera da
paracadutista militare alle spalle, racconta con prosa energica e brillante
un’epoca tanto complessa quanto interessante. E questo libro, pregno di
umorismo e leggerezza, presta attenzione a un passato di cui si è perso a poco
a poco interesse.