Alessandro Mahmoud ha vinto
l’edizione 2019 del Festival di Sanremo. Non so se sia rilevante discorrere di
canzoni, le quali sembrano essere un dettaglio di un già glorioso evento, che
aveva contribuito a convogliare la gloria italica perfino negli angoli più
remoti del pianeta.
La canzone vincitrice
(“Soldi”) avrebbe vinto, secondo taluni, quale ripicca nemmeno tanto celata nei
riguardi dei nazionalismi. “Soldi” è il seguito ideale di un’altra sua canzone
“Pesos”, ossia, sempre soldi: “Brucio tutti i miei pound come fossero pesos”.
Forse avrebbe potuto studiare economia, seguendo le teorie monetariste di
Milton Friedman.
Quella della citata ripicca
anti – nazionalismi è una teoria, spero non veritiera e, in ogni caso,
sicuramente ingiusta col giovane cantautore. Ho letto il testo e parla del
padre, egiziano (suppongo islamico). Il mondo non si divide fra borghesi e
proletari o fra atei e credenti, quanto fra chi l’ha col padre e chi con la
madre.
L’incipit: “In periferia fa
molto caldo, Mamma stai tranquilla sto arrivando. Te la prenderai per un
bugiardo. Ti sembrava amore era altro. Beve champagne sotto Ramadan. Alla TV
danno Jackie Chan. Fuma narghilè mi chiede come va. Mi chiede come va come va
come va. Sai già come va come va come va. Penso più veloce per capire se domani
tu mi fregherai. Non ho tempo per chiarire perché solo ora so cosa sei”.
Mahmoud ha la madre sarda,
forse ha preso da Gavino Ledda, che l’aveva col padre (“Padre padrone”, per la
serie “tutto il mondo è paese”). Posto che Sanremo era in caduta libera da anni,
il motivetto non è peggiore degli altri. Per alcuni è bellissimo, io l’unica
certezza che ho è quella di non capire di musica (preferivo Arisa, ma sono
questioni anagrafiche, e l’età prescinde dalla fede). Intanto, Mahmoud andrà a
Tel Aviv all’Eurovisione: in bocca al lupo.
Per ora non ha fatto nulla di
male, perché dover ipotizzare futuri torti, se non per partito preso nei
riguardi di un simpatico ragazzo, che tutti vorremmo avere come vicino di casa?
Non sarebbe meglio lasciarlo in pace, a godersi il meritato trionfo? Se, poi,
fosse stato votato davvero solo per propaganda politica, si dimostrerebbe ciò
che non necessita di dimostrazione, ossia, l’idiozia, uno dei pochi valori
ormai condivisi.
Quanto a noi, i sinceri
complimenti. Non so se ne sia consapevole, ma lui continua una dialettica che
ha visto impegnato perfino Franz Kafka. Ad maiora!