L’Atac, l’azienda pubblica di trasporto romana, ha da tempo intrapreso un prestigioso ma anche difficile obiettivo: riammodernare l’intero parco autobus, attraverso un mega acquisto di 227 nuovi mezzi che andranno a sostituire progressivamente quelli vecchi e usurati, molte volte in manutenzione. Il parco mezzi su cui ha potuto contare finora la partecipata del Campidoglio ha infatti un’età media che supera i 12 anni. Servono quindi mezzi nuovi e per questa ragione Atac aveva indetto una gara. Ma sono sorte inaspettate difficoltà: la società che li dovrebbe produrre è impelagata in una crisi tortuosa. Beghe economiche, che hanno spinto la fabbrica a chiedere più tempo per consegnare i mezzi ai depositi romani. I bus nuovi arriveranno, ma non subito, non entro aprile, come era stato ipotizzato all’inizio. Quando? Dopo l’estate, nel migliore dei casi, forse nella parte finale dell’anno. Che fare?
L’Atac ha dovuto inventarsi, su due piedi, un’alternativa. Alla fine dell’anno scorso, è stato lanciato un bando per prendere i bus a noleggio. A sorpresa, sono arrivate offerte da tutto il mondo e gli ingegneri dell’Atac hanno viaggiato dall’Olanda alla Germania per visionare i mezzi proposti, per capire se si trattasse di veicoli di qualità o di “bidoni”. Alla fine, le offerte più convincenti sono state due. E allora arriveranno, trasportati su un cargo, 70 bus israeliani, impiegati fino a poco fa dalla società dei trasporti di Tel Aviv, ottenuti grazie a un accordo con la Pagliani Service. Altri 38 veicoli arriveranno dalla società Cialone, in Italia.
L’Atac pagherà i nuovi mezzi “a chilometro”, in base ai percorsi effettivamente realizzati sulle strade di Roma.