Il leader del sedicente Stato islamico (Is), Abu Bakr al-Baghdadi, dato più volte per morto in questi anni, sarebbe sopravvissuto a un tentativo di ‘colpo di stato’ da parte di un gruppo di foreign fighter nel covo dove si nasconderebbe in Siria orientale. Lo riferiscono fonti di intelligence citate dal quotidiano britannico ‘Guardian’. Il tentato ‘golpe’ sarebbe avvenuto lo scorso 10 gennaio, in un villaggio vicino Hajin, nella valle dell’Eufrate, l’ultima sacca in cui il gruppo jihadista è costretto dall’offensiva delle forze curde. Funzionari dell’intelligence nella regione raccontano di uno scontro a fuoco tra foreign fighter, decisi ad eliminare al-Baghdadi, e le guardie del corpo del leader dell’Is, che sarebbe riuscito a scappare nelle vicine aree desertiche. Nello scontro sarebbero morte due persone.”A seguito dell’episodio, scrive il ‘Guardian’, i vertici dell’organizzazione hanno messo una taglia sulla testa del presunto capo dei ‘golpisti’, il veterano del jihad Abu Muath al-Jazairi, offrendo una ricompensa in denaro a chiunque lo uccida.
Funzionari iracheni e le loro controparti in Gran Bretagna e negli Stati Uniti sono convinti che di recente al-Baghdadi si sia nascosto nell’ultima roccaforte dell’Is nella provincia di Deir Ezzor, dove i miliziani irriducibili del gruppo si sono riorganizzati dopo due anni di sconfitte sul campo per quello che è stato presentato come il loro ultimo atto in Siria. Tra gli irriducibili ci sono alti dirigenti e combattenti stranieri che si erano riversati in Siria e in Iraq dal 2013-2015, gonfiando le file dell’esercito dell’organizzazione estremista ad almeno 70mila unità. Ora, secondo le stime, rimangono circa 500 militanti insieme alle loro famiglie, assediati dalle forze curde sostenute dagli Stati Uniti nel lato siriano e dalle milizie sciite sostenute dall’Iran in quello iracheno.
Nonostante negli ultimi mesi siano circolate con insistenza voci di dissidi all’interno dell’organizzazione, ormai sconfitta definitivamente sul piano militare, finora non c’erano stati elementi tali da suggerire l’ipotesi di una seria minaccia portata dall’interno verso la leadership o la vita di al-Baghdadi. I fedelissimi rimasti vicino al leader dell’autoproclamato califfato sono anch’essi veterani, la cui lealtà è stata testata in anni di sconfitte, conclude il ‘Guardian’. Tuttavia, diversi combattenti dell’Is – tra cui anche ex irriducibili – sono fuggiti dalle aree assediate ogni giorno nelle ultime tre settimane e migliaia di miliziani insieme alle loro famiglie si sono consegnati alle forze curde nella provincia di Deir Ezzor.